Intervista a Max Pezzali.
E’ stata letteralmente una invasione di fan il firmacopie di Max Pezzali che ieri pomeriggio ha incontrato il suo pubblico nella libreria “La Feltrinelli” di Catania. Il cantautore pavese, reduce dall’ultimo disco “Max 20” che è primo in classifica su iTunes e in tutti i canali musicali, utilizzando una sua celebre canzone, si è dimostrato un vero “Mito”. Nonostante il numeroso pubblico, è riuscito a incontrare e regalare la realizzazione di un sogno a tutti i presenti. Ad accoglierlo anche il fan club ufficiale “Max Pezzali Mania”.
Come nasce “Max20” ? “L’idea è nata fondamentalmente per festeggiare i vent’anni di carriera, rivitalizzando anche le canzoni. Le canzoni originali con una veste nuova grazie alla partecipazione di molti colleghi che in qualche modo potevo dare un contributo dando una nuova vita a queste canzoni. È stato talmente straordinario verificare per me, l’affetto che questi colleghi hanno avuto e la gentilezza nei mie confronti. Segno inequivocabile che aldilà di tutto in questo mestiere si riescono a instaurare delle relazioni personali belle”.
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Vent’anni di successi, ma cos’è cambiato nel panorama musicale rispetto i suoi esordi? “Diciamo che è cambiato tutto perchè è proprio cambiata l’industria musicale. È cambiato il tipo di realtà in cui chi fa musica si deve muovere. C’è stata una grande rivoluzione tecnologica,l’avvento di internet e la scomparsa dei supporti fisici. La digitalizazione completa dei contenuti ha portato necessariamente un cambiamento del mercato. Oggi è molto più frammento e molto più ridotto, però c’è molto margine per chi vuole fare questo mestiere.I vecchi schemi che erano in vigore quando ho cominciato io, oggi non valgono più”.
E Max Pezzali come è cambiato in vent’anni? “Purtroppo cambiano tante cose a livello personale. A 25 anni si hanno tutte le forze e l’incoscienza della giovinezza, invece a 45 cominci a pensare ai primi acciacchi e si comincia a non leggere bene i primi sms e quindi bisogna allungare il braccio per leggere quello che c’è scritto. Ma aldilà di tutto mi sento quasi meglio adesso che allora. Perchè ho una maggiore consapevolezza di quello che faccio. Sono più sicuro di quello che faccio, sono più convinto e il fatto che a 25 si può fare tutto e a 45 si rende conto che non tutto è come raccontano le favole. Ma una buona parte di cose sono buone possibili e ti da più energia nel fare le cose. Evitando di buttare del tempo in cose che altrimenti ti toglierebbero possibilità”.
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In questi 20 anni è anche diventato papà di Hilo, quanto ha influito nelle sue canzoni? “Sicuramente cambia tanto perchè ci si ritrova a non essere più il centro del proprio universo ma l’universo ha come centro questa persona. Necessariamente si ripensa a tutto e cambiano le prospettive. Non si pensa più a se stessi ma tutto quello che si fa è per lui. Questo da uno stimolo nuovo, ad un certo punto della vita la parternità dovrebbe essere, non dico obbligatoria, però è una esperienza che consiglio a tutti perchè quando si è fatto il giro e si sono esaurite determinate cose per se stessi e giusto ricominciare a pensare agli altri. Perchè questo ti rinnova, ti da più giovinezza. Diventare padri vuoldire ripartire da capo e ricominciare a guardare i cartoni animati, ricominciare a guardare gli asili, ricominciare a pensare a quando andrà alle elementari. È un nuovo inizio della vita e per chi fa il mio mestiere c’è sempre bisogno di novità e non rimanere ancorati a se stessi questo è uno stimolo enorme”.
All’interno dell’album ci sono anche dei brani che invitano a riflettere sul panorama politico, ma la vedremo mai scendere in campo? “No, non lo farei mai perchè credo ancora alla sacralità, tra virgolette, del mestiere della politica perchè non si può improvvisare e si dovrebbe presupporre delle competente altissime. Dovrebbe qualcosa di estremamente competente per persone estremamente competenti sopratutto in un momento come quello attuale in cui occorrono meno politicanti e più statisti. In un momento del genere servono persone di una elevatura, il problema è che in tanti che stanno li, non c’è l’hanno. La politica non è un punto di arrivo ma è una missione. Viene demandato a loro il bisogno di risolvere i nostri problemi del paese, m a invece sempre più spesso si pensa che sia un punto di arrivo. Invece dovrebbe essere un ben più nobile livello di responsabilità”. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=dzRLln3ggzQ&list=PLBB23E3479C6EC2AC&index=14[/youtube]
Si vocifera, dopo il 2014, di un suo ritiro dallo scenario musicale, lo smentiamo? “Assolutamente no. Io ad ogni album penso che possa essere l’ultimo nel senso che credo nel precariato assoluto del mio mestiere. Credo che ogni album sia una verifica del proprio stato di salute delle proprie idee. Noi facciamo musica perchè crediamo di avere qualcosa da dire e il pubblico se apprezza quel qualcosa che abbiamo da dire ci premia seguendoci. Nel momento in cui non abbiamo più delle idee abbastanza forti o il pubblico non si sente abbastanza interessato a seguirci, questo patto viene meno. Quindi penso che il mio lavoro non si deve intendere come un punto di arrivo e ci rimani per sempre. Sei arrivato qui ma ci rimani finchè qualcuno ti da la possibilità e sarà interessato a quello che hai da dire”.
Progetti futuri? “Ancora non abbiamo stabilito un calendario per il tour. Sicuramente partirà ad Ottobre e toccherà anche la Sicilia. C’è l’idea di scrivere un libro a quattro mani ma diciamo che ancora stiamo studiando il taglio da dargli e comunque è un po in alto mare”.
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