L’Etna, che si trova tra Catania e Messina, è il vulcano più alto del continente europeo e da qualche giorno è in continua attività. Durante la giornata di ieri ha lanciato dei segnali ben visibili come attività eruttiva con boati e bagliori che hanno illuminato il vulcano e la città di Catania posta ai suoi piedi. In queste ore l’attività sì è indebolita tornando alla normalità. Ieri l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rilevato un lieve incremento del tremore vulcanico che ha raggiunto la sua massima ampiezza la scorsa mattina. Questo comportamento è un tipico segnale legato alla dinamica dei fluidi che circolano all’interno del sistema di alimentazione di un vulcano. Infatti, questa forma di attività, è costante per i vulcani attivi come l’Etna e lo Stromboli. Durante la giornata di oggi si è riscontrato uno spostamento del tremore dalla zona nord del cratere di nord-est verso il cratere di sud-est.
Questo conferma che l’attività del “pit crater”, parte da una profonda depressione che si è aperta sul fianco orientale del cono del cratere di Sud-Est. Il tremore è un indicatore di cambiamenti a breve e a lungo termine dell’attività vulcanica, può anticipare episodi di fontane di lava, tipiche dell’attività stromboliana, ma non prevede ciò che possa avvenire nell’immediato futuro. A conferma gli esperti dell’Ingv di Catania, che tengono sotto costante attenzione l’attività delle ultime ore, spiegano che i condotti vulcanici sono pieni di magma ed energia, ma è difficile prevedere se e quando l’Etna incomincerà ad eruttare. Da accurate osservazioni ieri è stata rilevata una attività stromboliana che consiste nell’espulsione, con cadenza nella maggior parte delle volte, ritmica, di frammenti di magma incandescente che raggiungono altezze di centinaia di metri. Nella notte si sono alternati solo bagliori intorno al cratere ma non si è verificata alcuna emissione di lava e ceneri.
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