Avviare uno studio dettagliato sulla possibile correlazione tra l’uso di fitofarmaci ed eventuali patologie presenti in provincia, con l’intento di tutelare la salute pubblica e l’ambiente che ci circonda. E’ la determinazione cui si è giunti dopo una riunione promossa dall’assessore provinciale al Territorio Ambiente e Protezione Civile, Salvo Mallia e che ha registrato la partecipazione dei consiglieri provinciali Giuseppe Mustile, Marco Nanì, Venera Padua, dei rappresentanti dell’Asp di Ragusa, dei responsabili del Registro Tumori di Ragusa, del Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Civile di Ragusa e dell’Arpa Sicilia – Dipartimento di Ragusa. Dall’incontro è emersa la necessità di istituire un tavolo tecnico di monitoraggio che, attraverso lo studio dei dati in possesso di tutti i soggetti coinvolti, e se necessario di eventuali ulteriori rilevazioni, individui quali zone risultano maggiormente inquinate e se e quali patologie possono essere causate da questo inquinamento.
Il percorso che si intende seguire può essere riassunto in tre fasi: conoscenza, informazione e repressione. Il primo incontro è stato finalizzato a prendere atto della problematica e capire in che modo muoversi. Si è pertanto deciso di avviare uno studio che permetta di conoscere a fondo la problematica. Successivamente sarà avviata una campagna di informazione finalizzata alla prevenzione. Infine saranno messe in campo tutte le azioni necessarie a reprimere tutti quegli atti illegali e che potrebbero compromettere la salute dei cittadini, come l’utilizzo di fitofarmaci non autorizzati o la dispersione di sostanze nocive. Dall’incontro sono comunque emersi dati confortanti per quel che concerne il rispetto delle norme in materia di utilizzo di queste sostanze anche se è stato, purtroppo, rilevato che ancora oggi qualcuno fa uso di prodotti non più autorizzati.
“La tutela della salute pubblica – afferma Mallia – è uno dei compiti primari di chi amministra. Ben vengano dunque le sollecitazioni, come quelle del consigliere Mustile, finalizzate ad un concreto intervento su tematiche di tale importanza. Sono dell’idea che sia giusto avviare una fase di studio sul fenomeno ma senza creare allarmismi o, peggio ancora, arrecare danno ad un comparto come quello agricolo che oggi, più che mai, sta vivendo una fase critica e di certo ha bisogno di tutto il sostegno possibile”.
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