Con l’operazione denominata “Notte Serena” è finito l’incubo delle rapine in villa, grazie all’intensa attività investigativa condotta dai carabinieri del Reparto Operativo etneo, conclusa con l’arresto di quattro componenti della banda, che da circa un anno ha seminato il terrore tra i residenti dell’intera provincia. Tutti i colpi messi a segno erano praticamente perfetti, tanto da non lasciare tracce né indizi tali da poter permettere agli investigatori l’identificazione dei rapinatori, tranne uno, quello dell’1 settembre commesso in una villa di Pedara. Impronte, tracce di sangue e l’auto rubata, una Fiat Stilo bianca, abbandonata nel quartiere di Librino, sono stati gli elementi di svolta delle indagini, al termine delle quali è stato emesso il provvedimento di fermo d’indiziato dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, su richiesta degli stessi investigatori. Gli arresti sono scattati nei confronti di Fabrizio Nizza, trentaseienne, Salvatore Faro, quarantunenne entrambi pregiudicati e sospettati di essere affiliati alla famiglia Santapaola-Ercolano, gruppo di Librino; Massimo Grasso, trentacinquenne e Gianluca Lombardo ventiquattrenne anche loro pregiudicati e residenti a Librino.
Firmatario del provvedimento il sostituto procuratore Andrea Bonomo che insieme al procuratore capo Michelangelo Patanè ed al procuratore aggiunto Carmelo Zuccaro, hanno concordato con gli elementi raccolti negli ultimi mesi dai militari dell’Arma. I reati contestati vanno dalla rapina pluriaggravata continuata in concorso al sequestro di persona, dal porto abusivo di arma clandestina alla ricettazione e fanno specifico riferimento alle due rapine a mano armata avvenute ad inizio di settembre a Pedara. In quell’occasione una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Acireale aveva intercettato la banda tanto che nella fuga i malviventi avevano abbandonato fucili ed auto. L’intuizione brillante dei militari ha portato in tempi brevi all’identificazione del gruppo, tanto da conoscere anche gli spostamenti programmati da questi per sfuggire alla cattura. In particolare Salvatore Faro, mente della banda, e Massimo Grasso, con i proventi dell’ultima rapina avevano acquistato i biglietti per una crociera. Su quella nave, all’interno della loro cabina è stata sistemata un microspia, registrando così tutte le conversazioni nelle quali erano citati numerosi particolari riguardanti il colpo in villa. Addirittura uno di loro aveva perso tutti i soldi giocando al casinò e per ciò aveva trovato già rimedio, programmando un’altra rapina appena rientrati Catania. Ma ad attenderli sul molo, martedì mattina, c’erano i carabinieri pronti a mettere fine alla loro “scorribande” notturne ed a concludere brillantemente l’operazione.
G.M.
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