Vive come “Alice nel pease delle Meraviglie” la protagonista di “Smetti di piangere Penelope” interpretata dall’attrice Samuela Sardo. Durante la prima tappa catanese al Teatro Metropolitan, l’abbiamo incontrata per conoscerla meglio.
Come è nata la voglia di salire su un palco?
“Dal bisogno di mettermi alla prova. Dopo tanto cinema e televisione sentivo il bisogno di vincere il timore di salire sul palcoscenico. Non mi sentivo veramente un’attrice se non sarei riuscita a fare teatro. È stato un bisogno professionale di mettermi a nudo sul palco per superare le mie paure”.
Penelope, è una donna che a tutti i costi vuole avere un figlio, ma qual è l’età giusta?
“In linea generale, non è mai il momento giusto. Se si aspetta quel periodo allora non si farà mai. Adesso stiamo vivendo in un momento storico dove nessuno è invogliato a fare nascere un bambino. C’è tanto precariato, manca una casa sicura, mancano tante certezze. Però credo che l’età sia una cosa soggettiva perché secondo me si deve dar retta solo all’istinto. Bisogna rimboccarsi le maniche e non aspettare le condizioni perfette che non ci saranno mai. Seguire l’istinto e buttarsi ovviamente con un paracadute”.
Il regista di questa commedia è Massimo Romeo Piparo, nonché tuo marito. Quanto è stato difficile lavorare insieme?
“Quando abbiamo iniziato questo spettacolo a Roma ancora non eravamo sposati. Lui prima mi ha scelto per questo ruolo e poi ci siamo innamorati. In questi mesi abbiamo lavorato in maniera abbastanza naturale anche se all’inizio avevo paura che i problemi sul palco entrassero anche a casa nostra. Invece no. Rispettando sempre i ruoli, lui regista ed io attrice è andato tutto benissimo. In questo lavoro se il tuo regista ti conosce davvero bene, riesce a tirarti fuori e ad indirizzarti sul tuo personaggio . Lui mi ha dato molta sicurezza, tanto coraggio e tanta forza. Senza di lui non avrei mai superato la paura del teatro”.
Cosa ricordi della prima volta che si è aperto il sipario?
“Non ricordo niente, questa è la risposta. Perché è stata una sensazione molto forte, esattamente come mi aspettavo. Me l’avevano detto che i primi 10 minuti sarebbero stati duri. Avevo accumulato tanta carica nei mesi precedenti e avevo paura di dimenticare la parte o combinare disastri, invece è andato tutto bene. Certo questa paura l’ho superata solo dopo oltre venti repliche, però ovviamente l’emozione c’è sempre”.
Che rapporto hai con la “tua” Penelope?
“Per un ora e mezza mi da la possibilità di essere stralunata e fuori dal mondo”.
Prima di salire sul palco, c’è un portafortuna che ti accompagna?
“Si un braccialetto con un ciondolo che è sempre con me e poi qui a Catania salirò per la prima volta su un palco dopo la perdita di mia madre. Prima di entrare in scena noi telefonicamente ci sentivamo sempre. Adesso il mio ultimo pensiero prima di diventare Penelope sicuramente sarà dedicato a lei che mi guarda da lassù e mi incoraggia”.
Simone Russo
bravissima SIMONA
A parte che si chiama SAMUELA…
Io lo spettacolo non ho ancora avuto occasione di vederlo, ma mi è stato detto che è molto divertente!
Poi conosco il grande talento di Samu!
A lei vanno le mie condoglianze e un mare di affetto per il doloroso lutto che l’ha colpita!
ma che fine ha fatto questa attrice?peccato era brava sono una decina d’anni che non si vede più in tv.