Bufera giudiziaria al Comune di Caltagirone. Il Sindaco prof. Francesco Pignataro, l’Assessore ai servizi cimiteriali dott. Francesco Di Stefano, l’ex Direttore Generale con funzioni di Segretario Generale, dott.ssa Maria Angela Caponnetti, sono stati destinatari, nei giorni scorsi, di un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal Procuratore della Repubblica di Caltagirone, dott. Francesco Paolo Giordano e dal Sostituto Procuratore, dott.ssa Raffaella Agata Vinciguerra, nell’ambito delle complesse indagini condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Caltagirone, relative alla verifica della regolarità nell’aggiudicazione dei lavori di ampliamento del Cimitero di Caltagirone e di costruzione del nuovo Cimitero della frazione Granieri della città calatina, per un importo dei lavori, a base d’asta, pari a circa 20 milioni di Euro. Assieme a loro, dovranno rispondere alle accuse dei magistrati i Dirigenti ed i funzionari che hanno preso parte alle fasi di aggiudicazione della gara ed alla stipula del contratto. Sono l’Ing. Giovanni Alparone, Dirigente pro-tempore dell’Area Tecnica, la dott.ssa Teresa Messina e l’Avv. Francesco Liberto, quali componenti della Commissione di gara, sui quali pende l’accusa di turbativa d’asta (ad Alparone viene altresì contestato il reato di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio), in concorso con i progettisti, ovvero il socio dello studio “Alparone e Cardillo”, Ing. Gabriele Cardillo, il collaboratore di questi Egidio Sinatra, e il geometra Gaetano Troia, legale rappresentante della Associazione Temporanea di Imprese costituita tra la “A.&P. Associati & Partners S.r.l.” e la “REM S.r.l.”, cui subentrava la “CIMCA Srl” di Siracusa, risultata aggiudicataria delle opere.
Ma non è tutto: infatti, l’Ing. Alparone, definibile come l’indiscusso “dominus” in materia di appalti pubblici all’epoca in cui prestava servizio presso il Comune di Caltagirone, è accusato anche di false attestazioni in atto pubblico, nonché di aver favorito fraudolentemente la partecipazione all’appalto per la realizzazione in project financing dell’ampliamento e della gestione dei cimiteri di Caltagirone ad un’unica società, ovvero la ATI “A.& P. – REM”, riconducibile a Troia Gaetano, con la complicità ed il concorso del socio contitolare dello studio “Alparone e Cardillo”, Ing. Gabriele Cardillo, dell’Arch. Sebastiano Ricupero, funzionario comunale all’epoca dei fatti Responsabile Unico del Procedimento, del dott. Vincenzo Nicoletti, Dirigente dell’ufficio Contratti e del dott. Pino Erba, Dirigente dell’Area I^ del Comune di Caltagirone. Ad Alparone, infine, viene contestato anche il reato di corruzione, per aver omesso atti del proprio ufficio e per commesso atti contrari al proprio ufficio, procurando un ingente vantaggio patrimoniale a sé stesso (quale socio dello studio di progettazione “Alparone & Cardillo”) ed a Troia Gaetano, al quale l’Alparone forniva notizie ed informazioni acquisite nella sua qualità di funzionario pubblico, che consentivano al Troia di avere comunque una posizione di privilegio rispetto ad altri eventuali concorrenti, nonché di inserire nell’offerta economica e tecnica prestazioni aggiuntive rispetto al capitolato che gli avrebbero permesso di superare eventuali ostacoli nell’aggiudicazione .
L’inchiesta giudiziaria condotta dalle Fiamme Gialle calatine è stata supportata da perizie tecniche disposte dalla Procura della Repubblica, nonché dal rinvenimento di importanti prove documentali a seguito di perquisizioni e sequestri effettuati nel luglio 2009 presso le abitazioni degli indagati, presso lo studio di progettazione “Alparone & Cardillo” e presso la sede della ditta aggiudicataria ubicata a Siracusa. Elementi, questi, che hanno consentito di disvelare il meccanismo fraudolento posto in essere, consistito nell’avere lo studio “Alparone & Cardillo” predisposto “a tavolino” l’assegnazione dell’appalto alle società gestite dal geometra Troia Gaetano, avendogli messo a disposizione, preventivamente alla pubblicazione del bando di gara, l’intera progettazione che, per l’estrema complessità delle opere da realizzare, avrebbe necessitato di un maggiore lasso di tempo tra la data di pubblicazione e quella di produzione dell’offerta economica e degli elaborati progettuali. L’abuso di ufficio contestato al Sindaco Francesco Pignataro ed ai suoi stretti collaboratori che hanno preso parte alle fasi decisionali relative all’assegnazione dell’ingente appalto in project financing (tra i più grossi mai realizzati nella Sicilia orientale), ovvero la dott.ssa Maria Angela Caponnetti e l’Assessore al ramo Vincenzo Di Stefano, consiste nella violazione dei doveri inerenti alle loro funzioni ed al loro servizio in occasione dell’assegnazione dell’appalto, mediante una condotta che ha arrecato un ingiusto ed ingente vantaggio patrimoniale alla CIMCA Srl, promotore e concessionaria del project financing.
In particolare, i tre indagati, nonostante fossero al corrente delle palesi irregolarità nella partecipazione alla gara da parte della CIMCA Srl, che non disponeva dei requisiti di natura finanziaria necessari per poter intervenire ad una gara di siffatto importo, si determinavano per la stipula dell’atto aggiuntivo alla convenzione, consentendo alla CIMCA di permanere come concessionaria seppure con un capitale sociale di appena 100.000 Euro, rispetto all’ammontare previsto dalla legge, pari ad 1/20 della somma a base d’asta, corrispondente a circa 1 milione di Euro. Né tantomeno il Sindaco Pignataro, com’era suo dovere, informava la Giunta comunale della mancanza da parte della CIMCA dei requisiti finanziari richiesti. Inoltre, la dott.ssa Caponnetti, su richiesta di un Consigliere comunale promotore di una specifica interpellanza, sottoscriveva un parere tecnico asserendo falsamente la legittimità della convenzione ed il possesso dei requisiti di legge da parte della CIMCA Srl.
Non si escludono ulteriori sviluppi della vicenda processuale sul versante della verifica della regolare esecuzione delle opere e della gestione dei due cimiteri.
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