"Da questa mattina è in corso un tavolo tecnico per stabilire tempi e modi di svuotamento e rimorchio della petroliera"
Rimane sulla scogliera della “Mazzarona” di Siracusa, la nave “Gelso M” che sabato mattina a causa del maltempo e della forte mareggiata si è incagliata nella parte nord-ovest della costa di Siracusa. La petroliera, lunga circa 150 metri, proveniva da Venezia ed era diretta ad Augusta. Nei giorni scorsi il comandante avendo considerato l’impossibilità di governare la nave, ne ha ordinato immediatamente l’abbandono. Sulla petroliera vi erano 19 persone a bordo. L’equipaggio nonostante le condizioni avverse del tempo è stato prontamente soccorso e riportato a terra, con l’ausilio di due elicotteri. La squadra specializzata nelle operazioni di salvataggio ha iniziato gli interventi preliminari con un sopraluogo della nave cisterna. Lo ha comunicato la società armatrice “Augusta due” di Roma, proprietaria dell’imbarcazione. In corso l’ispezione a bordo dell’imbarcazione per effettuare un controllo approfondito per il recupero.
Con una nota la società armatrice informa che lavorerà “…a stretto contatto con la Guardia Costiera italiana, la Capitaneria di Porto locale e la squadra di salvataggio per poter rimuovere il carburante dalla nave e preparare e attuare un piano di recupero”. Esperti in questo tipo di operazioni, sono giunti ieri sera sul luogo dell’incidente per unirsi alla società italiana di salvataggio. La prima priorità del piano sarà rimuovere circa 300 tonnellate di carburante dalla “Gelso M” e i lavori inizieranno non appena le condizioni atmosferiche lo permetteranno. Il natante definito dalla Capitaneria una “chimichera”, ovvero l’evoluzione navale della tradizionale petroliera adibita al trasporto di materiali chimici, non era fortunatamente carica di petrolio.
Considerate le condizioni meteo-marine avverse, con vento fino a 40 nodi e mare agitato, fino a ieri sera non è stato possibile neanche ispezionare la nave che appare inclinata su un fianco, ma stabile. Da questa mattina è in corso un tavolo tecnico per stabilire tempi e modi di rimorchio della petroliera. Responsabili di “Greenpeace”, ritengono che bisogna subito verificare il carburante a bordo, di cui ancora non si conosce la precisa quantità, e che non rischi di finire in mare. Così come è capitato alla motonave Rena, in Nuova Zelanda. Però nel caso siciliano ancora non si è trasformato ancora in una catastrofe ambientale.
Una nota del WWF Italia spiega: ”Il WWF ha apprezzato lo sforzo del governo sul cosiddetto decreto transiti che impone un limite di sicurezza di due miglia dalle aree sensibili, ma questo e’ solo un primo passo”. Il Mediterraneo – si legge nella nota – è privo di un efficace controllo satellitare che costantemente possa monitorare i transiti e gli spostamenti delle navi. E’ privo inoltre di una obbligatorietà di rotte che concentri su vere e proprie autostrade del mare, al pari dei transiti aerei, i traffici commerciali rendendo così più agevoli i controlli e prevenendo in questo modo gli sversamenti dolosi che ancora vengono fatti in acque internazionali”.
Commenta per primo