Gianluca Atzori non è riuscito a mangiare la scacciata. Sarà, invece, Sinisa Mihajlovic, indimenticabile calciatore dal tiro potente e preciso di Lazio, Roma e Inter, a trovate, si spera, sotto l’albero rossazzurro la mappa con la rotta per la salvezza.
Il cambio di panchina era nell’aria già da tempo. Pulvirenti non se l’era sentita dopo il derby con il Palermo, né avevo trovato il coraggio sufficiente dopo il clamoroso crollo nei minuti di recupero con il Milan. Poi il suicidio collettivo provocato da un secondo tempo in totale trance contro il Siena ha spazzato via gli ultimi scrupoli del duo Pulvirenti-Lo Monaco: la scossa era ormai inevitabile anche perché il prossimo avversario è il Livorno, formazione che precede di tre lunghezze il Catania, un avversario diretto, insomma.
Certo, tutti sanno che le colpe di un Catania fallimentare in queste prime quindici giornate (una sola vittoria, interna, contro il Cagliari), non sono del solo giovane tecnico di Frosinone, come tutti sanno che il riscatto della squadra rossazzura non potrà affidarsi solo al presunto carisma di Sinisa e alla sua, pur sempre limitata, esperienza su una panchina di serie A.
A gennaio, insomma, se non addirittura anche prima sfogliando l’elenco degli svincolati, ci sarà da mettere mano al portafoglio e acquistare almeno un difensore di spiccata personalità (Silvestre sta dimostrando limiti di esperienza che con Stovini accanto non erano emersi) e un attaccante che sappia segnare e tanto, perché affidandosi solo al giovane Morimoto e allo sfiduciato Plasmati non si va da nessuna parte.
E se per Atzori la partita contro il Siena non era l’ultima spiaggia, quella contro il Livorno sarà certamente per Mihajlovic il più difficile battesimo del fuoco.
Daniele Lo Porto
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