Nel turno infrasettimanale valevole per la 32esima giornata, il Catania perde in casa con il Lecce per due a uno, abbandonando quasi definitivamente ogni velleità in chiave europea. I rossazzurri perdono una gara controllata fino a tre minuti dal termine: nei 180 secondi conclusivi al Massimino succede praticamente di tutto e i pugliesi riescono a ribaltare il risultato. Dopo che Bergessio aveva portato in vantaggio gli etnei a inizio ripresa, era arrivato l’insperato pareggio giallorosso all’88’ con Corvia (dubbia la posizione di Muriel). Veementi le proteste di Carrizo all’indirizzo del direttore di gara De Marco, che prima lo ammonisce e poi, vedendosi applaudito in modo ironico dal portiere argentino, tira fuori il rosso. Etnei in dieci e con tutte e tre le sostituzioni esaurite tra i pali è costretto ad andare Lodi. Passano solo due minuti e il Lecce si presenta 3 contro 3 in area rossazzurra: Lodi respinge la prima conclusione di Corvia, ma non può nulla sul tap-in sottomisura di Di Michele. 1-2 e mani nei capelli per giocatori e soprattutto tifosi.
Incredulità legittima, se si pensa anche a come si era sviluppato il match, con il Catania da subito in avanti e pericoloso più volte con Bergessio e con un ispiratissimo Barrientos, e con i ragazzi di Cosmi che si aggrappavano sempre e solo alle giocate del talentuoso Muriel. Proprio il colombiano al 15’ fa tremare il palo alla sinistra di Carrizo, dopo che Benassi dall’altra parte si era superato su Bergessio. Il portiere leccese sarà decisivo ancora qualche minuto dopo, deviando in angolo una potente conclusione di Bergessio, davvero indemoniato. Nel Catania però nel primo tempo manca la costruzione di Lodi, mentre, come detto, è Barrientos a svariare su tutta la trequarti, distribuendo palloni e assist ai compagni. Al 27’, brutta tegola per Montella: si fa male Almiron, dentro al suo posto Seymour. Nel finale del primo tempo, ancora pericolosi Bergessio e Muriel, autentici mattatori della serata.
Nella ripresa, come i tifosi rossazzurri hanno ormai l’abitudine di ammirare, il Catania parte forte e passa al 51’: su angolo di Gomez, palla fuori a Barrientos, il cui interno si stampa sulla traversa. Sulla ribattuta il più lesto è Bergessio, che di testa batte Benassi. A questo punto, con un piede e mezzo in serie B, il Lecce si sbilancia in avanti, lasciando pericolosi varchi alle ripartenze rossazzurre. A sfiorare il raddoppio è però Bellusci, sempre sugli sviluppi di un corner, la cui deviazione colpisce la parte alta della traversa. Il Lecce non ci sta e preme: al 70’, occasione colossale per riaprire il match. Marchese tocca con una mano in area e De Marco non ha dubbi nell’indicare il dischetto. Dagli undici metri però, la tensione tradisce Di Michele che calcia a lato. Sembra un incubo per i ragazzi di Cosmi, che però continuano a premere, andando vicinissimi al pareggio con Muriel e Delvecchio (colpo di testa sul palo). Il Catania si schiaccia e nei tre minuti finali accade l’impensabile: Corvia prima e Di Michele poi regalano gioia e speranze di permanenza in A ai tifosi leccesi, sfruttando la colossale ingenuità di Carrizo.
Nel corso della serata il sesto posto valido per l’accesso in Europa era stato distante appena due punti, ma gli episodi rocamboleschi del Massimino e le vittorie di Inter e Roma condannano i ragazzi di Montella ad avere come unico obiettivo il consolidamento dell’ottavo posto, ora insidiato da Chievo, Palermo e Atalanta. Per il Lecce una serata magica: dopo una lunga rimonta, la salvezza dista ora solo due lunghezze.
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