"Secondo una prima ricostruzione, dopo la violenta lite, Vanessa aveva deciso subito di uscire da casa, ma l'uomo l'avrebbe bloccata e strangolata con un cavo elettrico di un lettore dvd e poi soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina".
Il motivo dell’omicidio: pare che lei, Vanessa Scialfa (20 anni), avrebbe chiamato Francesco Lo Presti(34 anni) in un momento di intimità, col nome del suo ex fidanzato. Ecco che scatta la violenta gelosia che ha indotto Lo Presti a uccidere la sua fidanzata nella loro abitazione di Enna. Vanessa viveva insieme al fidanzato a Enna, in una casa di via Filippo Gallina, in una zona periferica vicino al Castello di Lombardia, di cui il padre, un geometra, era custode e col suo stipendio mandava avanti una famiglia con sei figli, tre dei quali avuti dal secondo matrimonio.
Secondo una prima ricostruzione, dopo la violenta lite, Vanessa aveva deciso subito di uscire da casa, ma l’uomo l’avrebbe bloccata e strangolata con un cavo elettrico di un lettore dvd e poi soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina. Quindi avrebbe gettato il corpo esanime giù da un ponte nella zona di Pasquasia. La Procura avrebbe disposto accertamenti tossicologici sulla vittima. Gli inquirenti per far confessare Lo Presti hanno usato uno stratagemma facendo credere all’omicida di aver trovato Vanessa, viva. A quel punto Il giovane avrebbe avuto una crisi di pianto dicendo: “Non è possibile, ho fatto una fesseria, non può tornare più….”, confessando tutto. Dopo le ammissioni di colpa, l’uomo avrebbe spiegato ai poliziotti di avere agito per gelosia e avrebbe rivelato il luogo dove avrebbero potuto trovare il corpo della fidanzata. Nonostante il riserbo di investigatori e inquirenti, voci di corridoio si susseguono: pare che Lo Presti, interrogato alla presenza del suo avvocato, sarebbe presto crollato davanti all’incalzare delle domande e la versione del litigio e dell’allontanamento della ragazza non ha retto a lungo. Da quanto si apprende, proprio lui avrebbe condotto le forze dell’ordine sul luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Vanessa, avvolto in un lenzuolo.
I primi risultati dell’indagine portano a ipotizzare che la ragazza sia stata strangolata in casa; poi il corpo è stato avvolto in un lenzuolo e lanciato giù dal cavalcavia. Notizie apprese dal padre di Vanessa, Giovanni, distrutto dal dolore, mentre si trovava all’obitorio del cimitero, dove ha dovuto compiere il triste rito del riconoscimento del cadavere. “Non lo devono arrestare – grida – perché poi ci penserò io, con le mie mani – continua – lo avevo accolto in famiglia perché pensavo che fosse un bravo ragazzo, ma come si fa a uccidere per un futile litigio – dice il padre dUrante lo sfogo di dolore ”. Pare che dopo l’omicidio Lo Presti avrebbe pensato al suicidio, ma fuori dalla sua città, probabilmente a Catania, come emerge dalle otto pagine redatte del fermo disposto dalla Procura nei confronti del Lo Presti.
I genitori di Vanessa sono distrutti dal dolore. Erano stati proprio loro a denunciarne la scomparsa ai carabinieri. Nel primissimo pomeriggio di due giorni fa si erano recati in caserma dopo aver parlato con Lo Presti , il quale aveva detto loro che Vanessa era uscita per un appuntamento di lavoro e aveva vagamente riferito di una lite avvenuta poco prima che uscisse. Già su facebook erano sorti cinque gruppi per il suo ritrovamento, a cui si erano iscritte tremila persone. “Vi prego di diramare questa foto – aveva scritto il padre agli ‘amici’ del social network -, è mia figlia, non abbiamo notizie da martedì 24 aprile”. Dopo la scomparsa nessuno aveva pensato all’omicidio, sembrava un allontanamento volontario, ma la situazione poi è precipitata. Intanto la città è sgomenta. Nella piccola cittadina(che conta poco meno di 30 mila abitanti) tutti conoscevano Vanessa.
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