Palermo. I carabinieri della compagnia di piazza Verdi hanno annientato la rete dello spaccio. Quarantadue persone sono finite in manette nell’operazione denominata “Araba Fenice”. Non è bastato loro parlare in codice. Dietro le parole “caffè”, “Ferrari” e “cocco” si nascondevano le dosi che i clienti più facoltosi commissionavano al telefono. Professionisti, impiegati, studenti facevano la fila per comprare gli stupefacenti. La Guadagna era il cuore di un vasto territorio che comprendeva il mercato della droga. Era così vasto che dalla zona orientale della città arriva fino alla stazione centrale. Era impiegata una grande forza lavoro. Vi erano le vedette, impiegate per avvertire della presenza di occhi indiscreti, ma anche chi recuperava la droga e i pusher che la consegnavano. Una struttura che non ha funzionato per molto. Infatti, i militari dell’arma sono riusciti a infiltrarsi hanno installato telecamere e microspie. Questa mattina la maxi operazione che ha visto impegnati 180 militari coordinati dal comandante provinciale, Pierangelo Iannotti dal Gruppo Palermo guidato da Enrico Scandone, e della compagnia di Piazza Verdi, al comando di Daniele Credidio.
Dopo le opportune indagini, stamane sono state annientate due organizzazioni criminali. La più importante era guidata da Antonino Lucera. Era diventato il punto di riferimento dello spaccio grazie e soprattutto alle sue parentele di spicco tra gli affiliati a Cosa nostra. Lo aiutavano, Carmelo Arizzi, Raimondo Palazzo e Salvatore Marsalona. La seconda banda sulla piazza assieme a Lucera sarebbe quella capeggiata da Matteo Algozzino, aiutato dalla moglie, Rosalia Billitteri, solo denunciata, e Marco Antonio Ragolia. La maxi operazione dei carabinieri eseguita dai carabinieri è coordinata dal procuratore aggiunto Maria Teresa Principato e dai sostituti Sergio Barbiera, Maurizio Agnello e Amelia Luise.
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