Si accentuano le divergenze tra il governo regionale e Confindustria Sicilia. Dopo che il presidente di Confindustria Lo Bello aveva definito ieri il governo immobile con una “finanziaria di annunci”, della quale “non si conoscono ancora dati e contenuti” nonostante “si è in esercizio provvisorio da 4 mesi”. E’ un segnale scagliato da Lo Bello in merito alle avvisaglie lanciate anche dall’assessore all’Industria, Marco Venturi, già uomo di Confindustria nel governo Lombardo che circa un mese fa aveva detto: “Se le cose non cambiano potrei anche andare via”. Dura la dichiarazione del vice presidente della regione Cimino: “Se invece di delegare – si legge nella nota – avesse partecipato personalmente alle diverse riunioni con le parti sociali e con i rappresentanti del mondo produttivo il presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, non rilascerebbe certamente queste dichiarazioni”.
Ferma la risposta di Cimino alle dichiarazioni rilasciate ieri da Lo Bello che fanno seguito alla minaccia di dimissioni di Marco Venturi e al silenzio sulla vicenda giudiziario-mediatica che ha investito il governatore Lombardo. Fra le parole di Venturi e Lo Bello, il caso Lombardo e l’inchiesta catanese che coinvolge il governatore. In merito alla vicenda, non una parola da parte di Confindustria, nessuna solidarietà. Così come hanno dimostrato i due assessori magistrati Russo e Chinnici.
“Comunque la mia disponibilita’ e’ totale – prosegue l’assessore nella nota – a valutare tutto quello che puo’ servire per far decollare la nostra economia. Anzi, chiedero’ al presidente della commissione Finanze di invitare Ivan Lo bello per ascoltarne proposte e suggerimenti. Il precariato, tema tanto a cuore sia a noi che a Lo Bello, e’ un problema che cercheremo di risolvere per dare sicurezza a migliaia di persone che vivono da molti anni con questo incubo. E’ chiaro che non avendo nessuno la bacchetta magica dobbiamo trovare soluzioni che possano fornire le risposte chiare definitive”.
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