PRECARI ASU, A RISCHIO STABILIZZAZIONE

Precari Asu, a rischio la stabilizzazione. Mobilitazione dei lavoratori dopo l’impugnativa da parte del Governo dell’articolo 11 della legge regionale, che prevede il passaggio dei lavoratori Asu nella società Resais.

PRECARI ASU, A RISCHIO STABILIZZAZIONE

Precari Asu, a rischio la stabilizzazione. Si mobilitano i sindacati Cgil, Cisl e Uil dopo l’impugnativa da parte del Governo dell’articolo 11 della legge regionale, che prevede il transito dei lavoratori Asu nella società Resais.

Le maestranze lanciano nuovamente un appello alle Istituzioni regionali, considerato che la prima richiesta di incontro urgente indirizzato all’Assessore per il Lavoro Antonio Scavone è andato a vuoto.

A tal proposito le organizzazioni di categoria, al fine di affrontare la delicata questione, si sono rivolte al presidente della Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, Luca Sammartino.

I responsabili, Agliozzo e Buscemi per la Cgil, Montera ed Emanuele per la Cisl e Borelli per la Uil evidenziano: «Oltre al problema generale della stabilizzazione del personale ASU incombe l’individuazione di una soluzione in ordine all’utilizzazione diretta dei lavoratori ASU presso i siti e gli uffici dell’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana».

Aggiungono i delegati delle funzioni pubbliche: «La norma impugnata era stata impiantata proprio per provare a “sanare” la posizione occupazionale e giuridica di questi ultimi lavoratori».

Precisano inoltre: «Sarebbe dunque da scongiurare qualsiasi ipotesi di rientro dei lavoratori nelle strutture di origine con il conseguente ripristino in utilizzo tramite protocolli d’intesa. Sono oltre 300 le unità ASU interessate che contribuiscono ad assicurare le aperture e la gestione della grande affluenza di pubblico dei siti e delle strutture dei Beni Culturali».

Concludono Agliozzo, Buscemi, Montera, Emanuele e Borrelli: «Questo il quadro nel dettaglio: 111 a Palermo, 100 a Messina, 23 a Caltanissetta, 24 a Trapani, 23 a Ragusa, 23 ad Agrigento e 22 a Catania. In assenza di riscontro e di risposte positive da parte della politica avvieremo incisive forme di protesta a tutela e salvaguardia delle legittime rivendicazioni».

Nella fattispecie, si tratta di una vera e propria beffa nei riguardi di questi lavoratori. Infatti, nella finanziaria regionale erano state inserite due norme riguardanti i percorsi per le varie categorie di precari.