Teatro Bellini, lettera a Mattarella

Teatro Bellini, lettera a Mattarella. All’interno il testo della missiva che le delegazioni sindacali consegneranno al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Teatro Bellini, lettera a Mattarella

Teatro Bellini, lettera a Mattarella. Le delegazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Libersind, Fials, Usb e Snalv),

dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ente lirico etneo, consegnano oggi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il capo dello Stato è in visita al teatro Bellini per conferire una la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera dei Vigili del Fuoco,

in occasione della ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della nascita del Corpo Nazionale.

La preoccupante crisi del Massimo arriva dunque all’organo supremo dello Stato,

come conseguenza di una vicenda, ormai ritenuta quasi endemica, in cui versa il maggior ente musicale di Catania.

Questo il contenuto della missiva:

«Il Bellini di Catania non è solo un Teatro ma è identità di un popolo, emblema e scrigno della cultura italiana, patrimonio del mondo».

«Per questo, Le diamo il benvenuto in questo luogo-simbolo della Sua terra,

la Sicilia, che rischia di vivere il momento più buio e triste con la prospettiva nefasta del definitivo calo del sipario».

Si legge ancora nella lettera aperta:

«Malgrado la crisi in questi anni noi lavoratrici e lavoratori dell’ente lirico, tra cui tanti precari ormai senza contratto,

abbiamo garantito passione e professionalità alle produzioni del Bellini,

ma adesso nulla potremo dinanzi agli annunciati tagli delle risorse regionali e del Fondo unico nazionale per lo spettacolo».

«Una ‘morte annunciata’ per il 2021, se non addirittura prima».

Aggiungono i sindacati:

«Da settimane si susseguono, emozionanti e decisamente eloquenti, gli appelli di artisti italiani e stranieri,

che urlano ‘Viva il Bellini Viva’ definendo impensabile la chiusura del Massimo di Catania».

«Noi, nella consapevolezza di un passato glorioso, rivendichiamo presente e futuro per questa istituzione dello spirito e,

respingiamo persino l’idea di un simile oltraggio al più grande dei catanesi, di cui il Teatro porta il nome».

L’appello dei rappresentanti sindacali al presidente della Repubblica Italiana si aggiunge alla richiesta al ministro delle Attività culturali Dario Franceschini.

All’interno si chiede di rivedere i criteri di attribuzione del Fondo unico per lo Spettacolo-Fus.

Istanza è rivolta anche al presidente Musumeci, perché riveda il Fondo regionale-Furs.

La lettera prosegue:

«A Lei, Signor Presidente della Repubblica, affidiamo la richiesta di un autorevole intervento,

perché la politica, sia a livello nazionale che regionale, accantoni divisioni e beghe di campanile trovando in tempi certi soluzioni concrete».

I delegati sindacali evidenziano:

«Catania e la Sicilia, come lei sa bene, non possono permettersi ulteriori scivolamenti verso il baratro di un degrado culturale,

quindi sociale e civile, che è utile solo a chi vuole condannare questa terra al condizionamento criminale e alla disperazione».

In conclusione… la speranza di essere ascoltati:

«Siamo sicuri, pertanto, che Lei vorrà dedicare attenzione a questa vertenza,

indicativa del malessere di una comunità orgogliosa e drammaticamente impegnata a non perdere la fiducia, la speranza».