Arcigay Palermo esprime solidarietà e partecipazione al dolore della famiglia e degli amici del ragazzo di Termini Imerese, e chiede rispetto per la loro sensibilità e per la sfera privata della vittima e delle persone a lui vicine.
Allo stesso tempo, auguriamo buon lavoro agli inquirenti, fiduciosi in una rapida ed efficace conclusione delle indagini, sperando inoltre che se vi dovesse essere una matrice omofobica, il giudizio sia severo e giusto.
La vita e la morte di un gay in Italia non sono una cosa “normale”, ma sono troppo spesso oggetto di speculazioni, insinuazioni, motteggi, anatemi religiosi, furiose discussioni parlamentari, criminali tentativi di “cura”, immagini stereotipate, etc.
Come ha dichiarato il ns. presidente nazionale, Paolo Patanè, “esiste una certa morbosità nell’evidenziare l’orientamento sessuale dei gay, quando questi sono protagonisti dei fatti di cronaca”. Eppure noi persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) nasciamo, lavoriamo, abbiamo affetti e relazioni, e siamo purtroppo vittime di rapine o di omicidi come tutti gli altri.
Chiediamo agli organi di stampa di non dimenticarlo mai, accordando alla vittima di Termini Imerese il rispetto che qualunque vittima di un crimine così grave merita.
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