Anima Mundi allo Stabile, inno alla vita – Interviste

Anima Mundi allo Stabile, inno alla vita. Il teatro, in questo senso, è un elemento magico che aiuta a migliorare: guarisce!

Anima Mundi allo Stabile, inno alla vita – Interviste

Anima Mundi allo Stabile, inno alla vita – Interviste. Sabato 6 novembre (e fino al 17) al “Verga” è andato in scena prodotto dal Teatro Stabile di Catania in collaborazione con la compagnia Néon/Teatro: “Anima mundi”.

Si tratta della terza composizione teatrale -dopo Ciatu e Invasioni – che completa il Trittico della felicità umana ispirato dal libro di James Hillman L’anima del mondo e il pensiero del cuore.

La regia è affidata a Monica Felloni; l’aiuto regista è Manuela Partenni; i testi sono a cura di Piero Ristagno.

In scena:

Dario Conti, Emanuela Dei Pieri, Martina Di Prato, Teresa Fazio, Monica Felloni, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Stefania Licciardello Anzalone,

Angela Longo, Manuela Partenni, Matteo Platania, Dorotea Samperi, Francesca Sciatà;

per la danza aerea:

Alejandra Deza Moreno, Gaia Santuccio; l’assistenza tecnica è affidata a Ségolène Le Contellec; il light designer è Francesco Noè;

il tecnico arrampicatore/rigger Salvatore Pappalardo.

Si conclude così un progetto speciale, multidisciplinare e quinquennale, finalizzato al riconoscimento di ogni identità, al rispetto umano, alla relazione e al benessere esistenziale con un’apertura all’inclusione sociale.

“Anima Mundi” era stato rimandato nella primavera del 2020 a causa della pandemia e finalmente si è potuto realizzare in collaborazione con la Compagnia Néon/Teatro,

con i Dipartimenti di Scienze Politiche e di Scienze Umanistiche e con il Cinap (Centro per l’integrazione Attiva e Partecipata) dell’Università di Catania.

Afferma Laura Sicignano:

“Doveva essere fatto un anno fa ma con tutto il tempo sospeso lo abbiamo dovuto riprogrammare mettendo in scena un lavoro di alto valore artistico e sociale“.

“Uno spettacolo di contaminazione, senza una struttura narrativa tradizionale, che inneggia alla diversità come bellezza“.

Aggiunge la Sicignano:

“Il teatro, in questo senso, è un elemento magico che aiuta a migliorare: guarisce! Aiuta chi lo realizza e chi assiste superando pregiudizi e paure: diventa impegno civile e umano“.

Conclude Laura Sicignano:

“Questo progetto rappresenta uno sguardo differente sul mondo, un laboratorio dove le diversità dialogano alla ricerca della bellezza”.

Anche per la vicepresidente dello Stabile, prof.ssa Lina Scalisi lo spettacolo:

“punta a promuovere un cambio di sensibilità rispetto al riconoscimento della diversità, come reale opportunità di arricchimento individuale e collettivo”.

Spiega Piero Ristagno:

“Tutto nasce dal desiderio che il Néon coltiva da circa 33 anni di pensare, agire, relazionarsi attraverso e dentro il teatro rispetto a ciò che è differente, che viene considerato scarto“.

“È il bisogno di celebrare la singolarità di ciascuno evitando l’appiattimento e l’omologazione nella relazione”

Aggiunge Rostagno:

“Per Stefania Licciardello, poetessa che collabora con Néon dal 2003, si tratta di un’esperienza in cui scrittura e poesia entrano a far parte di tutti i corpi e di tutte le vite possibili“.

Infine conclude:

“Anche la parola non scritta rimbalza nei corpi travalicando ogni condizionamento, consentendo loro di esprimersi, cogliendone l’anima.”

E infatti Deus sive natura è un concetto base di Baruch Spinoza al quale si ispira il teatro Néon: bisogna cogliere lo spirito divino che è in ogni forma di vita imparando a riconoscerne la bellezza e a rispettarlo.

È l’emozione particolare che l’attore Dario Conti dichiara di sentire “nell’interazione con i disabili, nell’inserirsi nel loro contesto spinto dal forte desiderio di fare cose insieme,

di dialogare io con le parole, essi con quanto il corpo permette sotto la spinta di una grande voglia di essere ascoltati”.

Uno spettacolo, dunque, che prende corpo attraverso la parola, il fonema, la danza, il gesto imprevisto, la poesia e il canto corale di corpi che proclamano la Vita.

Tra musica e poesia si intreccia l’agire di danzatori/atleti e attori che si inventano modi alternativi di espressione dei loro desideri e sentimenti.

Un pugno nello stomaco, a primo impatto, ma che presto ci trasporta in un’altra dimensione e risuona dentro come un inno alla vita!

Foto e motaggio video Davide Sgroi