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La statua sarà esposta dal 21 agosto al 30 settembre nel Museo archeologico di Naxos a Giardini
Capolavoro della scultura siracusana di scuola greca, giunge dal Museo Salinas di Palermo
Suggestive reminiscenze accendono, ieri come oggi, la fantasia del visitatore di fronte a quel capolavoro della scultura bronzea di scuola greca che lAriete di Siracusa, cos indicato per la provenienza. Grande il fascino della superba creazione di et ellenistica, che resiste indenne alla sfida del tempo da oltre duemila anni, adorna del ricchissimo vello non corto e ricciuto ma spiovente in lunghi ondeggiamenti: lavoro pieno di verit e di eleganza, scrive ammirato Goethe in una lettera da Palermo in cui parla anche dellesemplare gemello e speculare, aggiungendo dettagli di rilievo al suo Viaggio in Italia.
Sono sensazioni che evocano le radici stesse del mythos. Di un magico ariete, dono di Ermes a Nefele, era il vello doro conquistato dagli Argonauti guidati da Giasone, complice Medea. E aggrappato sotto il ventre di un ariete trov scampo Ulisse, guadagnando nascostamente luscita della grotta in cui laveva costretto laccecato Polifemo. Basterebbe citare questi due episodi della mitologia classica per saggiare la pregnanza simbolica che si connette allariete, animale del mito, ma anche costellazione e fondante segno astrologico dello zodiaco. Feconda fonte dispirazione anche per le arti figurative, come testimonia il preziosissimo reperto aretuseo, che riproduce a grandezza quasi naturale un ariete recumbente con testa volta a sinistra, realizzato con la tecnica della fusione a cera persa, eseguita in parti separate, poi saldate.
In epoca medievale lAriete venne presumibilmente collocato insieme al gemello sulle mensole ai lati del portale dingresso del Castello Maniace, la fortezza eretta nel 1300 ad Ortigia. Dopo alterne vicende, da Siracusa le due statue approdarono nel Palazzo Reale di Palermo, divenendo meta obbligata dei viaggiatori del grand tour, tra i quali Goethe ma anche Houel, che infatti ritrasse la coppia di Arieti, uno dei quali sarebbe andato distrutto da una cannonata durante i moti insurrezionali del 1848.
LAriete superstite ancora custodito nel capoluogo siciliano tra i bronzi del Museo archeologico regionale A. Salinas, da dove giunto nei giorni scorsi a Giardini per essere esposto dal 21 agosto (alle 18,30 linaugurazione) al 30 settembre, nel Museo archeologico di Naxos che sorge sul Lido di Schis.
Una mostra-evento fortemente voluta dallAssessore regionale ai Beni Culturali Lino Leanza, non nuovo a questo genere operazioni di alto profilo culturale e forte impatto turistico. Come per lAnnunciata di Antonello spiega Leanza – lesposizione temporanea dellAriete in siti storicamente e architettonicamente rilevanti risponde ad una lungimirante strategia promozionale di valorizzazione del territorio. Questa mostra, realizzata dal Museo archeologico di Naxos in collaborazione con il Salinas, temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione, vuole presentare ad un pubblico diverso ed estivo uno straordinario capolavoro che il mondo ci invidia, considerato fin dallantichit unautentica meraviglia.
Sulla stessa scia la direttrice del Museo di Naxos, Maria Costanza Lentini che evidenzia finalit e proponimenti delliniziativa: Diversamente dalla mostra allestita anni fa nel Museo Archeologico di Siracusa, che offr loccasione di ricongiungere lAriete al suo contesto di provenienza, questa ha il suo fondamento sulla singolarit e sul magnetismo della statua, focalizzando le sue eccezionali qualit plastiche. Con evidenza slegata dallesposizione delle altre sale, la mostra un implicito invito a guardare. Pi in generale un invito a visitare i musei, a scoprirne il contenuto, a considerarli una sosta da prevedere. Rinnovamenti mirati o esposizioni temporanee aiutano quindi a riaccendere interesse attorno ad un museo, nel frattempo vivificandolo. Perci – sottolinea ancora Maria Costanza Lentini – auspicabile una pi stretta collaborazione tra i musei della Sicilia: favorendo la circolazione di importanti opere archeologiche, si pu promuove una loro pi ampia e diffusa conoscenza e con essa quella dei musei.
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