Riceviamo e pubblichiamo una nota dal coordinamento regionale autorità d’ambito servizio idrico intgrato:
Le istanze rappresentate dai comuni in merito alla necessità di tutelare i cittadini da possibili aggravi di spesa per l’erogazione del servizio idrico sono legittime, rimane però da verificare quale sia la reale formula da adottare per scongiurare la crescita dei costi e garantire la tutela delle risorse idriche e dell’ambiente.
Le posizioni e le dichiarazioni di diversi sindaci, di deputati regionali e di esponenti delle associazioni a tutela dei consumatori, che plaudono o invocano la cancellazione delle Autorità d’Ambito idriche danno il senso della loro lontananza dalla comprensione reale delle problematiche del settore.
Le ATO idriche, nove in tutto corrispondenti ai confini provinciali e con sole 50 unità di personale, sono enti pubblici cui è assegnato il controllo e la vigilanza delle attività del settore, esse agiscono in nome e per conto dei comuni rappresentati alcuni dei quali, paradossalmente, ne richiedono la abolizione.
Speriamo che ciò sia dovuto soltanto ad una lettura superficiale delle funzioni attribuite alle ATO idriche e non ad un esercizio demagogico di cattura del consenso che fa leva su esperienze fallimentari, ma di tutt’altra natura, come quelle avvenute con gli ATO rifiuti.
Sono le ATO idriche che controllano e vigilano sulle attività del settore idrico integrato (tariffe, investimenti, organizzazione e qualità del servizio, ecc), esse vanno semmai potenziate e migliorate, soprattutto in un contesto come la Sicilia nel quale si registrano livelli di “emergenza” preoccupanti sia nel settore idrico che fognario-depurativo a danno dell’ambiente.
Ci auguriamo che alle affermazioni rilasciate in questi giorni segua un momento di reale riflessione sulla necessità di non privare i cittadini dell’adeguato strumento di controllo, già pubblico, sul servizio e sugli investimenti da realizzare che, per la natura stessa del bene trattato, necessita di una pianificazione a livello sovracomunale e che venga scongiurata la paventata possibilità di un vuoto di regolamentazione certamente a danno del servizio ma soprattutto a danno della collettività.
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