L’Anaao Assomed Sicilia, il sindacato della dirigenza medica, continua le azioni di protesta contro la manovra economica con lo sciopero nazionale del 19 luglio per “difendere il diritto alla salute dei cittadini”. I medici in coro unanime affermano: “Non ci stiamo! Vogliamo difendere la dignità del nostro lavoro nel sistema sanitario pubblico”.
“L’effetto del taglio dei trasferimenti economici alle Regioni e ai Comuni dal 2011-2012, sarà la riduzione delle prestazioni nei settori della disabilità, della salute mentale e degli anziani fragili, la limitazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali e, la scomparsa delle politiche della prevenzione” sottolinea una nota del sindacato. Aggiunge il segretario regionale, dottor Rosario Cutrì: “I medici Siciliani hanno un motivo in più per aderire alla protesta, l’Assessore regionale alla salute si avvia a ridurre i posti letto ospedalieri e le relative dotazioni organiche di medici e paramedici. Gli standard presentati dall’Assessorato determineranno una diminuzione di circa 3.000 unità in meno rispetto al personale in servizio al 31.12.2009 (1.462 medici nelle sole ARNAS, AO e AOU). Il sistema sanitario pubblico verrà ulteriormente immiserito e chi ne pagherà le conseguenze saranno i cittadini più poveri e gli operatori sanitari, soprattutto in termini di servizi erogabili e di sicurezza. La responsabilità di tutto questo sarà esclusivamente di quegli Organi istituzionali che non rispettano l’obbligo di offrire un’assistenza qualificata adeguata agli standard di appropriatezza, efficacia ed efficienza del Patto per la Salute 2010/2012”.
Per questi motivi l’ANAAO ASSOMED nella contrattazione, avviata a livello regionale, ha chiesto all’Assessore un innalzamento temporaneo degli standard di personale medico, per posto letto con un approccio diluito nel tempo, per ridurre al minimo i disagi e il depauperamento del sistema sanitario regionale. La risposta è stata negativa.
L’ANAAO ASSOMED si chiede: chi valuta le conseguenze sul sistema di cure ed assistenza, la progressiva e devastante decimazione degli organici? Chi oggi e nei prossimi anni si prenderà cura dei cittadini assicurandogli la piena esigibilità del diritto alla salute garantito dalla Costituzione? Chi salverà il sistema sanitario pubblico a fronte della drastica riduzione di risorse economiche e professionali?
Ma soprattutto: “nei prossimi 4 anni con l’uscita dal sistema di circa 30.000 medici (licenziamento dei dipendenti con 40 anni di contribuzione per la legge Brunetta, licenziamento di circa 4.000 medici precari per la diminuzione del 50% della spesa, pensionamenti per raggiunti limiti di età, blocco del turn over) cosa resterà del servizio sanitario pubblico negli anni a venire?
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