Un incontro nel ricordo di Padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre di diciassette anni fa, nel ricordo dei suoi insegnamenti, fatti di parole semplici ma ferme e soprattutto del suo concreto esempio, ad iniziare dalla famosa frase: “Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo molto”.
La “Carovana dei Diritti e della Legalità” promossa dall’assessorato alla Legalità della Provincia, ha fatto oggi tappa a Belmonte Mezzagno per la tavola rotonda “Associazionismo linfa e pilastro della nuova società”. All’iniziativa hanno partecipato il presidente, Giovanni Avanti, il vicepresidente e assessore alla Legalità, Pietro Alongi, il Sindaco di Belmonte, Saverio Barrale, il sostituto procuratore presso la Corte d’Assise di Palermo, Raimondo Cerami, il professore associato di Diritto Penale della Lumsa di Palermo, Angelo Mangione, il direttore del dipartimento di Diritto Privato dell’Università di Palermo, Mario Serio, il presidente della Fondazione Don Pino Puglisi, Don Mario Golesano, il parroco di Belmonte, Don Lillo D’Ugo, Luisa Capitummino, consulente della Provincia per le Politiche Sociali. Moderatore dei lavori è stato Massimo Rizzuto, direttore delle Politiche Sociali della Provincia.
“La figura di Padre Pino Puglisi – ha sottolineato Avanti – rappresenta una guida per tutti gli uomini di chiesa impegnati nei nostri quartieri, per tutti coloro che hanno fra i loro compiti l’educazione delle giovani generazioni. Non può dunque che essere un punto di riferimento per tutti noi Amministratori che ogni giorno abbiamo la possibilità di far crescere il nostro territorio, di affrancarlo dalle ombre della mafia e del racket, di promuoverne lo sviluppo nel segno della legalità. Un esempio per tutti perché, come lui ci ha insegnato, se ognuno fa qualcosa si può realmente vincere qualunque sfida”.
“Il sacrificio di Padre Pino Puglisi – ha aggiunto Alongi – è l’atto finale, tragico, di una vita vissuta alla luce dei valori cristiani, valori che lui riusciva a far diventare concreti, visibili, tangibili nella comunità di Brancaccio e fuori di essa. Soprattutto per questo il suo esempio per tutti noi è così forte ed autorevole. Padre Puglisi aveva compreso l’enorme importanza di strappare i più giovani da questo contesto, di impedire che i ragazzi crescessero sedotti dal mito di Cosa Nostra e della sua barbara legge non scritta. Comprese anche la grande forza del volontariato, dell’impegno comune, dei valori condivisi, che possono trascinare nell’entusiasmo intere comunità e portarle a dimostrare con i fatti che la mafia non vincerà”.
Al termine dellla tavola rotonda si è svolto un concerto del gruppo “Rosa Park Orchestra” e poi una “cena della Legalità” a cura dello chef Natale Giunta realizzata con prodotti provenienti da terreni confiscati alla mafia e dal circuito “Pizzo Free”.
Commenta per primo