Delineare politiche comunitarie adeguate alle mutate esigenze degli Stati membri. Spunti e contributi interessanti sul tema sono giunti dalla conferenza dal titolo “Ragioni dell’Europa ed Europa delle Regioni”, svoltasi nella sala Orchidea del Centro Fieristico Le Ciminiere, nell’ambito della Festa dell’Autonomia organizzata dal Mpa.
Il dibattito, moderato dal giornalista Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia, ha avuto come relatori il prof. Rosario Sapienza, commissario provinciale del Movimento per le autonomie, e Francesco Attaguile, direttore generale della Regione siciliana. La questione federalista e il concetto di Regione sono state analizzate proprio da Attaguile. “Bisogna – ha detto – mirare a un federalismo che, allo stato attuale, in Europa non c’è. L’Europa è in realtà una sorta di condominio di Stati. E bisogna cercare di leggere il concetto di Regione europea in maniera completamente diversa dalle vecchie logiche di stampo centralistico. Per fare ciò però è assolutamente indispensabile uscire, soprattutto per quanto ci riguarda, da una decennale condizione di arretratezza infrastrutturale, anche attraverso lo sfruttamento di fondi che proprio dall’Europa ci giungono”.
“Fondi che- ha concluso Attaguile -, in ossequio al principio di sussidiarietà dovrebbero essere messe direttamente nella disponibilità dei livelli di governo più vicini ai cittadini, ovvero i Comuni”.”Le politiche di coesione dell’Unione Europea – ha detto poi Sapienza – presentano purtroppo alcuni limiti che ne riducono drasticamente l’efficacia; innanzitutto l’esiguità della dotazione finanziaria e, contestualmente a ciò, l’incapacità di dare impulso ad altre forme di investimenti. Le ragioni di questo stato di cose sono probabilmente individuabili nella circostanza che le politiche di coesione risentono di alcune pecche delle vecchie politiche territoriali nazionali”.
“I governi degli Stati membri della Ue – ha concluso Sapienza alludendo al caso italiano – devono innanzitutto chiedersi perché vi siano ancora cospicue fette di popolazione alle quali vengono negati dei diritti fondamentali. Chi ha delle responsabilità di governo deve assolutamente attivarsi per garantire tali diritti, non solo sul piano politico-amministrativo, ma anche su quello giudiziario”.
Anche Tregua è intervenuto nel dibattito puntato l’accento sulle procedure di infrazione in essere negli Stati membri dell’Unione.
“L’aspetto ambientale – ha detto – assume, soprattutto in Sicilia, una prioritaria importanza se si considera che nella nostra Regione la maggioranza dei depuratori non sono funzionanti. Bisogna partire anche da questo per comprendere l’arretratezza in cui versa una parte del Mezzogiorno d’Italia, ma non solo. Vi sono anche problemi di carattere speculativo e corruttivo da parte di molte amministrazioni comunali nella nostra Regione: sono pochi i Comuni che si sono adeguati con i piani regolatori, prevalgono le varianti ai piani che fanno comodo a questo o a quel assessore, o a questo o quel sindaco”.
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