«L’autotrasportatore italiano che fa viaggiare gli alimenti freddi che ogni giorno abbiamo sulle nostre tavole, rispetto ai colleghi europei non solo – secondo l’Iru, l’Unione internazionale dei trasporti su strada – paga oltre 4mila euro annui in più per mantenere il motore frigo del proprio veicolo, ma secondo il nuovo Codice della Strada è costretto a dover portare con sé grosse cifre di denaro contante per pagare un’eventuale multa che obbligherebbe il fermo del mezzo». Con queste parole Giuseppe Bulla, presidente di TransfrigoRoute Italia e vice presidente nazionale di Assotir (Associazione Italiana Imprese di Trasporto) – realtà sindacali del settore dell’autotrasporto a freddo – ha spiegato la situazione di svantaggio che vivono attualmente gli autisti professionali della Penisola.
Questa mattina – mercoledì 13 ottobre – presso la Camera di Commercio di Catania infatti ha avuto inizio il viaggio, simbolico, più importante per questa categoria, che terminerà l’1 dicembre con la presentazione al presidente della Repubblica, del Consiglio dei Ministri e alle massime autorità del Governo italiano, dei risultati di due petizioni diffuse a livello nazionale, di cui occorreranno 5mila firme per ciascuna. «Chiediamo di ridiscutere alla Commissione Trasporti della Camera l’art.202 della legge 120/2010 – ha affermato il segretario nazionale Assotir Claudio Donati – secondo cui l’autista, se non paga seduta stante la sanzione ricevuta, sarà obbligato al fermo del motore. Ciò si traduce in disuguaglianza rispetto ai diritti di tutti gli altri guidatori italiani, nel rischio di essere bersaglio privilegiato della criminalità vista la scorta di contanti richiesta, e in condizioni sfavorevoli per la merce deperibile trasportata».
«In quest’ultimo caso subentra un’altra criticità per il mercato italiano – ha continuato Bulla – nella nostra nazione infatti l’autista paga il gasolio del motore frigo, oltre che per il viaggio, anche per la sosta, per garantire la temperatura adatta ai prodotti trasportati». «Ci sembra quindi una richiesta sensata – ha dichiarato il segretario Assotir per la Sicilia Gabriella Ferlito – chiedere la defiscalizzazione dell’imposta nel caso del veicolo a riposo, come avviene ad esempio in Francia. L’attuale situazione infatti, comportando maggiori spese per le imprese italiane, le rende poco competitive nel panorama europeo».
«La battaglia che portiamo avanti – ha aggiunto il presidente Assotir Catania Santo Zuccaro – non solo è nell’interesse della categoria ma dell’intera comunità. Il settore del trasporto a freddo assicura al Paese il rifornimento di generi alimentari di prima necessità e consente a molte regioni, soprattutto del Mezzogiorno, di poter essere presenti sui mercati internazionali con i prodotti d’eccellenza dell’agroindustria italiana».
Alla conferenza stampa erano inoltre presenti: il presidente della Società Intermodale Trasporti (Sit) Giovanni Arena, il quale ha dichiarato che «la percentuale del trasporto frigorifero rappresenta il 25% del totale, dunque una fetta importante del comparto che non può essere penalizzata»; il dirigente nazionale Assotir Mario Cugno, che è intervenuto sugli aspetti della sicurezza e della certificazione di qualità; il vice presidente Assotir Catania Concetta Fragapane, che ha esposto le problematiche sul trasporto dei rifiuti; e il presidente di Ragusa e componente di Transfrigoroute Italia Marcella Caruso, la quale ha sottolineato che «la Sicilia è tra le prime regioni nell’attività dei veicoli a temperatura controllata».
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