L’ ANPI di Catania nell’ esprimere solidarietà e sostegno ai quattro operai e al segretario della Fiom –Cgil di Catania, considera inquietante la sentenza che, oltre alla condanna materiale, proibisce agli interessati, per cinque anni, lo svolgimento dell’attività sindacale. Non si conoscono in Italia provvedimenti che “comandino” l’interdizione sindacale.
In virtù dell’applicazione di un articolo del codice Rocco ( come riportato dagli organi di stampa), quello varato durante il fascismo, ancora in vigore in questa Italia che dovrebbe sempre e comunque democratica ed antifascista.
Stupisce che il diritto di sciopero, pietra miliare fondante della Costituzione italiana per l’esercizio del valore fondamentale della libertà individuale e collettiva, venga non riconosciuto. Costituzione – come affermato dopo la guerra dall’insigne giurista Calamandrei – nata dal sangue e dal sacrificio dei partigiani che combatterono il nazifascismo durante la Lotta di Liberazione.
Tra l’altro, durante la vertenza, lo sciopero dei lavoratori proclamato dall’organizzazione sindacale era stato attivato per richiedere la retribuzione di stipendi e salari non pagati da diversi mesi; aspetto, questo, fondamentale per la sopravvivenza delle loro famiglie. Lo sciopero, come già dichiarato dalla Cgil, non ha interrotto “ un servizio pubblico essenziale”.
Un particolare pensiero di affetto civile lo rivolgiamo a Stefano Materia, segretario della Fiom, iscritto, tra l’altro, alla sezione catanese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
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