Ancora una volta il governatore siciliano protagonista. Iniziata in ritardo la conferenza stampa del presidente Lombardo che ha provato a chiarire la sua posizione in merito all’inchiesta della procura di Catania sugli intrecci tra mafia e politica. “Nei miei confronti – ha detto – c’è stato un attacco mediatico indecente”orchestrato perché “si vuole fare cadere il governo regionale, si vuole punire il Mpa, che non è alleato con il premier. Si vuole fare prevalere la parte politica a me avversa”. Poi afferma seccamente: “Non ho mai preso soldi dalla mafia per finanziare una campagna elettorale. La mafia i soldi li prende, non li dà”.
Provano a far cadere il governo siciliano – Lombardo ha anche ricordato che, in merito all’inchiesta in corso, la Procura di Catania “si è espressa più volte, con documenti che sono nella disponibilità di tutti. Lo ha fatto il 29 marzo scorso – ha precisato – allorchè si lesse di questa indagine, con una nota in cui si è affermato che ‘la propagazione di queste notizie ha quasi sempre una matrice politica, pubblicazione determinata da interesse e contrapposizioni di natura politica’”.
“Qualche mano di troppo l’ho stretta, confessa, gli incontri che ho avuto con alcune delle persone i cui nomi sono nell’inchiesta di Catania sono stati casuali e non voluti. Comunque tutti gli incontri che ho fatto sono stati di natura politica. Rosario Di Dio era sindaco di Castel di Judica e Raffaele Bevilacqua era consigliere provinciale della Dc”.
Lombardo in conferenza ha detto anche di “non essere mai stato a casa di Rosario Di Dio”, il boss catanese a cui, secondo notizie di stampa, avrebbe chiesto appoggio elettorale andandolo a trovare a casa una notte. Di Dio era un consigliere comunale e assessore, e per un breve periodo sindaco del Comune di Castel di Iudica (Ct) a cavallo tra il ’91 e il ’92. Lo incontrai in quanto assessore agli Enti locali e come altri sindaci veniva a sollecitare misure per lo sblocco di concorsi fermi da 5-6 anni. Non ho idea di dove abiti. Poi le elezioni erano l’indomani: come faceva ad aiutarmi in una sola notte?”.
Poi ha fatto riferimento al boss Vincenzo Aiello, rappresentante provinciale di Cosa Nostra a Catania, e a presunti finanziamenti elettorali che gli sarebbero stati versati. Lombardo ha sostenuto di non conoscerlo: “Non ho idea di chi sia, non ho chiesto né un voto, né un euro”.
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