Giustizia è fatta… «or Ifigenia è vendicata!». Il grido di Clitennestra dopo il cruento omicidio dell’odiato marito rivendica un risentimento covato a lungo nei confronti di Agamennone. Un atto di rivalsa che non servirà a riportare in vita la povera figlia sacrificata agli dèi ma che in qualche modo ora le permette di riposare in pace perché il colpevole di quel gesto ha pagato con la propria vita quel sacrificio. Questa la scena finale della “Cassandra” di Vittorio Gnecchi che sembra quasi la metafora della vera storia del compositore milanese. Oggi, infatti, si può ben dire che «Giustizia è fatta!» anche per il musicista. Con la messinscena di “Cassandra” sul maggiore palco catanese si è finalmente restituito il giusto e meritato splendore a un’opera che ha vissuto nell’oblio per ben settant’anni e da considerare, senza alcun dubbio, il diretto antefatto di “Elektra” di Richard Strauss.
In sede di presentazione il Direttore artistico del Teatro, Will Humburg, a ragion veduta disse che «nonostante le somiglianze tra le due opere, “Cassandra” è uno spartito italiano per la lingua e per la musica» e dopo averla attentamente ascoltata non si può di certo ammettere il contrario. Il dramma affronta una tematica classica, attingendo a una vicenda della mitologia greca che vede al centro della scena l’amore di Clitennestra per Egisto e l’odio di entrambi per Agamennone contornato dalla profezia di Cassandra che si rivela veritiera ma disattesa dalla vittima. Alla “prima” le performance di artisti di calibro altissimo – come il soprano Giovanna Casolla – sono state applauditissime, ma durante le repliche è stato possibile assistere egualmente a ottime prestazioni vocali e interpretative. Il soprano Alessandra Rezza si è calata in maniera convincente nel ruolo di Clitennestra con una imponente presenza scenica, mentre la dote di spicco del mezzosoprano Anna Maria Chiuri, che ha impersonato Cassandra, è senz’altro l’interpretazione.
La scenografia prettamente moderna è stata ideata seguendo i canoni della tragedia greca che isola in una parte della scena il coro, in questo caso è stata realizzata una macchina in cui esso è stato collocato e al di sotto della quale si svolge il dramma. Inoltre, come è successo per la rappresentazione dello scorso anno di “Elektra” è stato pensato di far svolgere alcune scene in platea tra il pubblico dove è stato possibile godere in pieno dell’ottima acustica del teatro. Per questo evento le critiche non possono che essere positive e se proprio si volesse cercare un punto negativo di esso ci si potrebbe forse appellare all’esplicitazione dell’omicidio forse una visione un po’ troppo forte da vedere, considerato che solitamente si evita in teatro di palesare le scene di morte davanti al pubblico.
Grande merito anche al coro di voci bianche “Gaudeamus Igitur” diretto da Elisa Poidomani, i bambini hanno addolcito la scena con le loro voci dimostrando anche notevoli doti interpretative, soprattutto evidenti in Samuele Cozzubbo nei panni di Oreste. La Stagione lirica appena iniziata pare essere stata apprezzata in “toto” dal pubblico abbonato ma anche dagli ospiti d’eccezione, richiamando addirittura la stampa e le televisioni nazionali e estere. Adesso che le repliche volgono ormai verso la conclusione la macchina organizzativa si rimette in moto per l’organizzazione di “Cavalleria rusticana” e “Pagliacci” previste per metà febbraio.
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