Trentatrè provvedimenti di sospensione dal lavoro sono stati emessi ieri sera dal Gip Veronica Vaccaro nell’ambito dell’indagine avviata a Butera sui casi di assenteismo al Comune. Per i 40 dipendenti, iscritti nel registro degli indagati per truffa aggravata e falso, il sostituto procuratore Vittorio Nessi aveva richiesto misure restrittive agli arresti domiciliari o l’obbligo di firma. Ieri il Gip ha emesso ordinanza con sospensione dagli uffici comunali per 33 degli indagati. Tra questi ci sono anche dirigenti comunali, impiegate mogli di assessori, la moglie del presidente del Consiglio comunale e parenti di consiglieri. In queste ore sono in corso le notifiche agli indagati. Una indagine scattata nel maggio dello scorso anno attraverso videoregistrazioni all’entrata del Municipio e pedinamenti. Ora i provvedimenti del Gip dopo aver interrogato gli indagati.
Si scatena la bufera politica dopo l’inchiesta. La segreteria locale dell’Udc, in un lungo documento, ha chiesto le immediate dimissioni del sindaco, Luigi Casisi e dei suoi assessori Gino Vassallo, marito di Grazia Dellaria, indagata; Filippo Morgante, la cui moglie, Serafina Daino, è entrata nel mirino degli inquirenti e del vice sindaco Giovanna Donzella, sorella di Elio Rocco Donzella, anche lui indagato. Il sindaco – recita la comunicazione UDC – invece di continuare a parlare di legalità e trasparenza, dovrebbe riflettere ed assumersi la responsabilità oggettiva per quanto accaduto. Il problema principale – scrive la segreteria del partito – non è dei dipendenti, semplici lavoratori, ma del sistema che ha generato l’amministrazione comunale in città. E’ il risultato delle scelte politiche, nomine di capi area e funzionari apparentati con amministratori o amici degli stessi amministratori che pensano di essere i padroni. L’inchiesta – chiude la nota – è il risultato di privilegi e delle protezioni ai dipendenti comunali. E’ la politica che deve accollarsi la responsabilità di avere creato tutte le cadute motivazionali che portano a comportamenti poco responsabili. I rappresentanti istituzionali devono dimettersi così come hanno il dovere di revocare le nomine dei capiarea che oggi risultano indagati perché è venuta meno la fiducia. Come si ricorderà, l’inchiesta, la cui titolarità è della Procura della Repubblica del Tribunale di Gela, è stata portata avanti dai Carabinieri della stazione di Butera. Sono state le riprese delle telecamere piazzate dai militari dell’Arma, all’interno del Palazzo comunale, ad incastrare i movimenti dei dipendenti municipali. Registrazioni che sono state visionate attentamente dal sostituto procuratore Vittorio Nessi che ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari, misure restrittive agli arresti domiciliari o dell’obbligo di firma. Sono 40 gli indagati per truffa e falso, tra cui il comandante dei vigili urbani Carmelo Di Vita. Ci sarebbero stati dipendenti che avrebbero timbrato i cartellini dei collegi. In alcuni casi avrebbero provveduto il coniuge, il fratello, il parente più stretto. Altri dipendenti pubblici, invece, si sarebbero allontanati frequentemente dal posto di lavoro per andare a sbrigare faccende personali o per recarsi a fare la spesa. “La mia amministrazione comunale – ha detto il sindaco Casisi – ha sempre improntato la sua azione politica amministrativa alla trasparenza e alla legalità. Restiamo pertanto fiduciosi nell’operato della magistratura, affinché faccia, prima possibile, piena luce su quanto effettivamente accaduto”.
L’Agenzia Investigativa GRUPPO ISIDA Investigazioni, con autorizzazione Prefettizia con estensione territoriale , ed in grado di operare a livello nazionale e internazionale, si occupa con grande professionalità di controllo delle assunzioni e assenteismo dei dipendenti; tra i molti servizi offerti, sia in ambito aziendale che privato, figurano indagini stalking, bonifiche ambientali e telefoniche, indagini per l’affidamento dei minori, controlli delle frequentazioni amicizie, rintracci