E’ stato l’esaltazione della poesia, pura, limpida, cristallina. La forza evocativa della parola ha vinto, emozionando con forza, i fedeli, e gli spettatori intervenuti. Ieri, in una serata ventosa, sul sagrato della Basilica di San Giovanni Battista, è andata in scena la Resurrectio, il secondo e conclusivo allestimento scenico, che con il Dramma Sacro, ormai caratterizza, nell’unitarietà, i riti della Pasqua dei vittoriesi. Sulla actio scenica, ancora una volta insieme, gli allievi del Laboratorio Teatrale del Dramma Sacro con gli attori protagonisti: Anita Indigeno (Maddalena), Emanuele Puglia (Caifa), Lorenzo Maria Zarino (Pilato), Massimiliano Nicosia (Centurione), Alessandro Sparacino (Misandro), Santo Santonocito (Giuseppe), Piero Gurrieri (Giuda), Emanuele Nicosia (Giovanni) e Maria (Liliana Stimolo). Massimo Leggio, alla regia e alla direzione artistica, ha dato la voce al narratore fuori campo. Colui che regola, costantemente, le lancette del tempo della narrazione, raccontandoci il passato ai tempi di Gesù e l’eterno presente della sua Resurrezione. Un piano temporale sospeso tra passato, presente e futuro, a cui Leggio ha dato una straordinaria forza espressiva, spalancando, le porte della Basilica.
Gli attori hanno raggiunto l’altare, il lungo corteo degli spettatori al seguito. La Resurrectio ha avuto il proprio epilogo all’interno della Basilica di San Giovanni Battista, con le parole rivelatrici di Maria. Infine, il monito di Don Vittorio Pirillo. “Si concludono le Sacre Rappresentazioni ma noi abbiamo celebrato la verità”, ha detto l’arciprete, in una chiesa stracolma di fedeli. E ha concluso dicendo che si deve “seguire l’esempio dei discepoli di Emmaus, che cercano Gesù nella vita di tutti i giorni”. “Il mio plauso sincero va a Massimo Leggio”, ha dichiarato il regista Gianni Battaglia che, emozionato, tra gli spettatori, ha seguito la Resurrectio, sottolineando la capacità di chi “è riuscito a dare forza vibrante a quel teatro di poesia sacra in cui ho sempre creduto e in cui ho scommesso nei miei vent’anni di direzione artistica”.“Grazie al regista, agli attori per averci fatto ancora sciogliere in calde lacrime di commozione, per averci saputo fare risvegliare il senso della speranza”, ha detto Giovanni Macca, del Comitato parrocchiale di San Giovanni, organizzatore dei riti pasquali. Leggio, dal canto suo, emozionato e felice di avere condotto la sua prima direzione artistica, è pronto a scommettersi ancora per la tutela e la valorizzazione di “un patrimonio sacro e culturale, unico in tutta Italia”.
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