Torna in piazza il movimento dei Forconi. Presidi saranno organizzati davanti ai comuni e nei porti siciliani ma senza blocchi stradali e delle raffinerie. Alla protesta non aderiscono gli autotrasportatori dell’Aias, anche se il leader dell’associazione, Giuseppe Richichi, precisa che non vi sono fratture all’interno del movimento “Forza d’urto” ma solo strategie diverse. Diverse anche le categorie scese in piazza agricoltori, imprenditori, camionisti, allevatori. Anche un sacerdote: sono i leader del movimento che ha incendiato prima la Sicilia e poi l’Italia. Attori di genuina, a volte contraddittori ma molto, molto arrabbiati.
Come avevamo preannunciato parte una protesta soft. Già da questa mattina un presidio si svolgerà davanti a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana. Martino Morsello, tra i fondatori dei Forconi, è in netto contrasto con gli atri leader del movimento, infatti è intenzionato con il suo gruppo a mantenere alto il livello della protesta, “secondo lui, Lombardo deve andare a casa. Gli obiettivi – ha dichiarato Morsello – sono quelli di mandare a casa la classe politica che ha distrutto l’economia siciliana”. Comunque resta del parere di non creare disagi alla cittadinanza. Mentre per il leader del movimento dei Forconi, Mariano Ferro spiega che tutto si svolgerà in maniera tranquilla: “ saremo davanti ai comuni e alle sedi della Serit e dell’Agenzia delle Entrare. Alla protesta si uniranno anche i pescatori, guidati da Fabio Micalizzi, che tuttavia per le avverse condizioni meteo, accogliendo le richieste del prefetto, non si recheranno a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale”.
Micalizzi, nella qualità di segretario del Comitato Forza d’Urto, preannuncia che inoltrerà un documento ufficiale alle Prefetture siciliane con cui richiederà l’istituzione di tavoli tecnici per lo sviluppo per affrontare, con la partecipazione di delegati del Comitato, le problematiche che preoccupano la vita quotidiana e lavorativa dei cittadini, i quali, non si sentono più rappresentati da sindacati e federazioni ormai legati alle logiche del potere”.
Il movimento dei Forconi quindi si divide su due fronti e con due leader di riferimento: Mariano Ferro da una parte e Martino Morsello dall’altra: erano uniti fino allo sciopero dei tir di gennaio che ha paralizzato la Sicilia. Ma già nella grande manifestazione di Palermo, del 25 gennaio scorso, Morsello era stato estromesso per la sua vicinanza a Forza nuova. Il leader di “forza d’urto” non risponde quando si fa riferimento e si chiede delle spaccature interne, ma fa notare che non accetta la definizione di ‘espulso’. Egli dichiara che più persone dirigono le sorti dei forconi e ciò è una buona cosa per il bene dei siciliani. Afferma che lo stesso ha contribuito a fondare il movimento con gli altri e nessuno può estrometterlo”.
Di diverso avviso Ferro secondo cui: “Morsello è stato espulso dal movimento che noi abbiamo registrato regolarmente – replica. Non partecipa alle riunioni e non è un interlocutore con gli amministratori pubblici. Martino è troppo vicino alla destra estrema attraverso sua figlia. Deve capire che non possiamo stare con Forza Nuova e sigle simili. Lui è solo e può fare tutte le conferenze stampa che vuole ma rappresenta solo se stesso e i pochi che stanno con lui”.
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