In un colpo solo, il Catania ritrova gioco, concretezza e una vittoria che mancava da due mesi. Non c’è storia contro il Genoa dell’ex Marino, letteralmente sciagurato lontano da Marassi (18 reti subite nelle ultime quattro trasferte) e oggi mai pericoloso dalle parti di Kosicky. Per i rossazzurri decisive le prove di Gomez e Barrientos, incontenibili sulle fasce, e di un Almiron che sembra tornato quello di un tempo. Genoa troppo spregiudicato, con quattro mezze punte dietro Palacio e con il solo Biondini a fare da schermo davanti ai quattro di difesa e a raddoppiare sulle folate degli esterni etnei. Proprio da una discesa del “Papu” Gomez al settimo minuto nasce il vantaggio rossazzurro: appena dentro l’area, l’argentino viene steso da Birsa. Dagli undici metri Lodi non sbaglia.
Genoa che soffre ma che dopo un inizio da incubo prende le misure, non riuscendo però mai a capitalizzare il gioco prodotto, a causa anche della prova opaca di Palacio. Diversamente dalle ultime uscite, il Catania è invece implacabile sotto porta. Sembra non essere così quando sul finire del primo tempo Barrientos fallisce da pochi passi dopo uno splendido scambio con Gomez. Ma è proprio il “Pitu” a scatenarsi ad inizio ripresa, colpendo al 4’ e al 7’, sfruttando anche gli svarioni della difesa genoana. E che il Genoa abbia qualcosa da rivedere dietro lo dimostra il poker di Bergessio, innescato direttamente dal rilancio del portiere Kosicky a difesa schierata. Kaladze si addormenta e Frey non può nulla sul sinistro dell’attaccante rossazzurro. Nel finale, ancora Bergessio sfiora il “pokerissimo”, ma Frey si supera.
Ennesima batosta per la squadra ligure, che soltanto dentro le mura amiche riesce ad esprimere un calcio divertente ed efficace e a cui non basta l’assenza di Gilardino come attenuante. Può invece festeggiare Vincenzo Montella: i suoi hanno tenuto in mano la gara per novanta minuti facendo il gioco che ormai contraddistingue la squadra etnea. Quel mix di solidità difensiva e velocità nelle ripartenze che oggi è stato espresso alla perfezione e che ha infiammato il pubblico del “Massimino”. Tifosi che adesso sperano di aver definitivamente ritrovato Barrientos, oggi migliore in campo, eterna promessa ma da sempre falcidiato dagli acciacchi fisici.
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