Un Catania grintoso e tenace non riesce a frenare la voglia di riscatto della Juve. I bianconeri s’impongono 3 a 1, capitalizzando al meglio la superiorità numerica e le due papere del giovane Kosicky, tornando a vincere dopo due pari consecutivi. Dopo le polemiche degli ultimi giorni, Conte decide di dare una scossa ai suoi, cambiando cinque undicesimi della formazione che in settimana ha pareggiato a Parma. Nel Catania, Montella preferisce Bellusci all’acciaccato Spolli, confermando per il resto modulo e uomini che hanno dato spettacolo contro il Genoa. Che il Catania non sia venuto per difendere lo zero a zero lo dimostra l’atteggiamento dei primi minuti: pressing da subito altissimo e retroguardia attenta e concentrata. Il primo tempo è pieno di emozioni, grazie soprattutto alla voglia dei rossazzurri di non farsi schiacciare e di ragionare con calma, costruendo l’azione addirittura dalla difesa (emulando proprio i bianconeri).
Gli etnei partono forte e sono spietati al 4’, quando De Ceglie pressato perde palla e Barrientos dal limite indovina l’angolino alla destra di Buffon. La Juve reagisce e diventa pericolosa soprattutto con gli inserimenti di Giaccherini e gli scambi sullo stretto tra Borriello e Quagliarella. Il pareggio arriva al 22’ grazie al calcio di punizione procurato e trasformato alla perfezione da Pirlo. Non c’è un attimo di respiro e prima dell’intervallo si vedono tante palle-gol e due legni (uno per parte). Nella ripresa il Catania paga la troppa voglia, l’inesperienza di Kosicky e le energie spese nei primi 45 minuti. Decisivi il problema fisico di Barrientos, a causa del quale Montella deve giocoforza passare al 3-5-2, lasciando Bergessio troppo isolato, e la voglia di rivalsa di Marco Motta, arrivato a Gennaio proprio da Torino, che innervosito dai fischi prende due gialli evitabilissimi e lascia il Catania in dieci nel momento decisivo del match.
Gli etnei, stanchi e in dieci giocano gli ultimi 25 minuti barricati difendendosi dalle raffiche bianconere. Forse sarebbero riusciti a tenere il risultato, ma due sciagurate papere di Kosicky hanno determinato il crollo: al 74’, quando “esce a farfalle” su punizione di Pirlo, permettendo a Chiellini di inzuccare la palla del 2-1; sei minuti dopo, quando rinvia sui piedi ancora di Pirlo, il quale è lesto a servire Quagliarella, freddo a battere il portiere slovacco. La Juve ritorna in vetta al campionato e scaccia i fantasmi di una possibile crisi. Continua il momento positivo per il Catania: nonostante la sconfitta, i rossazzurri hanno regalato 45 minuti di intensità e gioco, dimostrando che una “provinciale” affrontando una “blasonata” non deve per forza accontentarsi del pareggio. Una mentalità poco condivisa dal resto della Serie A (i due 0-0 della Juve con Siena e Parma ne sono la prova).
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