Il Catania conferma lo stato di forma smagliante delle ultime settimane, sbarazzandosi del Novara per 3 a 1 e cogliendo la seconda vittoria in cinque giorni (la terza in quattro gare). Etnei padroni del campo per tutto il match, salvo qualche amnesia nel finale a risultato già ampiamente acquisito. Salvezza ora ad un passo: sono soltanto 7 le lunghezze che separano i rossazzurri dalla fatidica “quota 40”. Notte fonda invece per il Novara, adesso addirittura a -9 dalla zona salvezza. I ragazzi di Montella giocano un primo tempo da incorniciare, grazie all’agilità di Barrientos e alla precisione di Seymour ed Almiron nell’alternare le due fasi. Gomez è un po’ in ombra, mentre Lodi è spesso chiuso da Rigoni. In palla Bergessio, che nei primi 45 minuti tira per ben sei volte verso la porta di Ujkani. La percentuale realizzativa non è ottima, ma basta e avanza il tap-in vincente con cui l’argentino regala il vantaggio al Catania alla mezzora, su splendido assist di Barrientos.
Come accaduto col Genoa, all’inizio della ripresa i rossazzurri sferrano due colpi da ko. Al 2’, Marchese trova il gol della domenica. Su angolo di Lodi, il sinistro al volo del difensore s’insacca nel sette. Sei minuti più tardi, serpentina irresistibile di Gomez e destro all’angolino. Tre a zero e partita virtualmente chiusa a mezzora dal termine. Gli ultimi trenta minuti vedono diverse occasioni per il poker, fallite da Barrientos e da Seymour. Mondonico inserisce Mazzarani e Rubino al posto di Mascara (fischiatissimo) e Caracciolo, mai veramente pericolosi. Il Catania allenta un po’ la tensione e subisce le velleitarie avanzate dei piemontesi. Solo Rigoni prova ad accendere la luce ed è proprio lui a trovare (84’) l’assist vincente per Rubino che accorcia le distanze, ma è l’ultima emozione. Il Catania si conferma micidiale al Massimino, dimostrando una coesione e una concentrazione mai ammirate con tale continuità. I ragazzi di Montella salgono al nono posto, con 33 punti e una gara da recuperare, a una sola lunghezza dai “cugini” del Palermo. Chissà se, oltre ad una salvezza tranquilla, i tifosi non possano adesso sognare obiettivi più prestigiosi.
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