Al Palermo non basta un gol da cineteca di Fabrizio Miccoli per tornare a vincere. Il numero 10 illude i tifosi rosanero, che vedono i propri beniamini farsi raggiungere proprio nel finale dall’Udinese di Guidolin, abile a rimescolare le carte in tavola e a crederci fino alla fine. Proprio dalla panchina il tecnico friulano pesca il jolly Torje, che sigla la rete dell’uno a uno con cui si chiude il match. Entrambe le squadre si erano presentate alla sfida del Barbera in ampia emergenza. Nel Palermo le assenze più importanti erano quelle di Silvestre e Munoz, che hanno costretto Mutti a schierare gli esordienti Labrin e Milanovic, classe ’90 e ’91, seconda e prima presenza in A. Per Guidolin problemi se possibile maggiori, date le squalifiche di Domizzi, Fabbrini e Floro Flores e l’assenza di Benatia, che hanno imposto al tecnico bianconero un inedito 3-6-1 con Coda ed Ekstrand in difesa e Abdi a sostegno di Di Natale.
Il canovaccio della gara racconta da subito di due squadre spaventate e imprecise, entrambe con molte difficoltà a penetrare nell’area avversaria. La classica fase di studio iniziale si protrae per tutto il primo tempo, durante il quale si vedono errori di misura anche grossolani e da ambo gli schieramenti il gioco latita. La partita si gioca soprattutto a centrocampo: spiccano le prove maiuscole di Asamoah da una parte e Migliaccio dall’altra. L’Udinese prova a sfondare sulle fasce, con Pasquale che sembra più ispirato di Basta, insolitamente in ombra, mentre il Palermo vive delle accelerazioni del suo capitano. Proprio da un’invenzione di Miccoli nasce il vantaggio rosanero (31’): ottimo break di Donati che serve Barreto sulla trequarti; il passaggio filtrante del centrocampista trova Miccoli che col sinistro indovina un angolo difficilissimo battendo Handanovic. Il vantaggio premia una leggera superiorità rosanero, data dalla maggiore lucidità in fase di costruzione rispetto alla confusione che nella prima frazione impedisce a Di Natale e compagni di trovare le giocate giuste. Guidolin sa che è dalle folate degli esterni che dipende l’efficacia del proprio gioco e all’intervallo rischia il tutto per tutto, sostituendoli entrambi: fuori Basta e Pasquale, dentro Pereyra e Armero.
È la mossa che cambia l’inerzia del match: i due esterni danno maggiore brio alla manovra friulana, mettendo più volte in difficoltà la difesa rosanero, quasi mai impensierita da Totò Di Natale, apparso troppo isolato e nervoso. Sul fronte rosanero, opaca la prova di Hernandez, sostituito a metà ripresa da Ilicic. Proprio sui piedi dello sloveno, a dieci dal termine, capita la palla del 2-0, ma l’assist di Miccoli è di un soffio troppo lungo. Sul capovolgimento di fronte arriva il pari (84’): discesa di Pereyra sulla destra, palla dietro e preciso diagonale del neo-entrato Torje, che batte Viviano e sigla il suo secondo gol in campionato. Nel finale, nessuna delle due formazioni ha più energie fisiche e mentali per provare a vincere. L’uno a uno finale penalizza forse troppo un Palermo volenteroso ma poco lucido negli ultimi minuti, nei quali il calo fisico è stato evidente. Secondo pari consecutivo per Palermo e Udinese, che però serve poco ad entrambe: i rosanero non riescono più a trovare i tre punti (non succede dal 5-1 alla Lazio del 19 febbraio); i friulani raggiungono momentaneamente il terzo posto, in attesa degli impegni di Napoli e Lazio, che difficilmente resteranno a guardare.
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