È stato il comico Carlo Kaneba sul palco del talk show “Insieme” di Salvo La Rosa a voler ricordare il tragico anniversario della morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nella serata in cui è stato ricordato Peppino Impastato, Kaneba ha portato sul palco la sua canzone “Sicilia” scritta da Antonio Zeta, indossando una camicia che raffigurava i due giudici morti per mano della mafia.
La gente è abituata alla sua brillante comicità, ma com’è nata la volontà di realizzare questo omaggio?
“Perché l’ho vissuto. Falcone e Borsellino, li ho amati, li ho ammirati ed ho ancora oggi davanti agli occhi quella tragica domenica in cui Borsellino perse la vita”.
Cos’hanno rappresentato nella sua vita?
“Chiunque abbia la mia età ricorda questa pagina di storia come la parte più dolorosa ma al contempo più pulita del mondo. Hanno sacrificato la loro vita per combattere per il bene collettivo”.
Cos’è cambiato a distanza di vent’anni?
Nulla, hanno fatto finta di debellarla invece si è radicata. Fortunatamente sono solo l’1% dei siciliani”.
Lei parla di lotta alla mafia anche in radio.
“Certo, nonostante il programma sia improntato sulla comicità, abbiamo voluto proporre una puntata intera al ricordo di Falcone e Borsellino con un’ottima partecipazione da parte degli ascoltatori”.
Anche nel suo spettacolo offre spunti di riflessione?
“Credo che sia normale. Si ride, si gioca e si scherza ma quei dieci minuti che bastano sono necessari per ricordare e soprattutto per non dimenticare”
Cosa si deve fare per non dimenticare?
“Si deve raccontare, si deve parlare e non taggare. La parola è importante. Si parla poco e si scrive tanto. Vent’anni fa sapevamo gridare, oggi invece non si grida più”.
Si può cambiare?
“Si deve cambiare. Si può arrivare ad un cambiamento perché nulla è per sempre. Il futuro è nelle mani dei giovani e non si deve mai dimenticare l’esempio più bello che ci hanno lasciato e cioè quello di non avere paura di morire e che le loro idee devono camminare attraverso le nostre gambe”.
Cosa ne pensa di fiction come “Il Capo dei Capi” ?
“Mi sono rifiutato di vederlo perché non c’è cosa più brutta che la tv possa trasmettere. Sentire nei giorni scorsi i telegiornali che aprivano con la notizia di Provenzano che si stava ammazzando credo sia veramente assurdo”.
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