"Passa anche dal capoluogo etneo il viaggio-protesta di quest'uomo franco-canadese di 43 anni, intenzionato a raggiungere Bruxelles e presentare la sua petizione al Parlamento Europeo risalendo la costa ovest della penisola e passando per la Costa Azzurra e per Marsiglia".
Georges Alexandre approda a Catania. Un viaggio di protesta e sensibilizzazione, affinché il Parlamento Europeo vari delle misure che rendano meno costosa e più umana la gestione dei flussi migratori di cui il Mediterrano è teatro dal 1988, che vedono morire in mare migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerre e carestie. Una vera e propria traversata, che dal settembre del 2010 vede protagonista Georges Alexandre a bordo del suo kayak. Partito dalla Tunisia e passato per Lampedusa, Linosa e Malta, intorno alle 14 di stamane Alexandre è approdato alla Lega Navale di Catania. Passa anche dal capoluogo etneo il viaggio-protesta di quest’uomo franco-canadese di 43 anni, intenzionato a raggiungere Bruxelles e presentare la sua petizione al Parlamento Europeo risalendo la costa ovest della penisola e passando per la Costa Azzurra e per Marsiglia.
L’esperienza maturata nelle isole sopraccitate, segnatamente la permanenza a Lampedusa durante i giorni di crisi della primavera 2011, gli ha permesso di constatare la deficienza del sistema d’accoglimento dell’immigrazione in Europa e la sua necessaria revisione. Effettuando una simile traversata egli conta di interpellare la comunità europea a proposito del tragico costo umano e finanziario della questione-immigrazione, da sempre nel mainstream di stampa e politica, e del vuoto
umanitario nel quale soffrono e spariscono un numero considerevole di innocenti. Le tappe nelle città durante il viaggio, come quella che in questi giorni vede protagonista Catania, hanno lo scopo di presentare alla popolazione e ai rappresentanti locali una petizione, già firmata dai politici e dalle associazioni dell’isola di Lampedusa, che chiede a gran voce la creazione di un’Organizzazione di Gestione dell’Immigrazione e delle Domande d’Asilo (OGIDA), con l’obiettivo di mettere in piedi una struttura di accoglienza migliore per i clandestini che arrivano sulle nostre coste o alle nostre frontiere, e uno studio più giusto e più umano di ogni singolo caso. L’obiettivo – si legge nel testo della petizione – non è poter accogliere tutta l’immigrazione clandestina ma studiare il caso di ogni individuo senza mettere la sua vita in pericolo. Lungo tutta la traversata egli conta di suscitare la formazione di una flotta umanitaria composta da imbarcazioni di ogni genere (a remi, a vela, a motore) di cittadini che supportino il messaggio da inviare chiaramente all’Europa.
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