Catania. Dopo la interessante esperienza al Teatro del Canovaccio con “Mi permette una parola?”, abbiamo intervistato un bravo interprete che sta macinando strada in campo artistico e che riesce a far parlare di se: Alessandro Spina. Lo abbiamo intervistato in occasione di una sua performance:
Come nasce il tuo approccio diretto con la musica leggera?
Il mio contatto diretto con la musica nasce all’interno di un call center. Lo scambio di vedute con un collega di lavoro che di cognome è “Greco” mi ha stimolato a inserire il pilota automatico per una creatività fuori dal comune, contaminata da musica ascoltata tutta una vita. Infatti, il mio primo EP s’intitola “La Fase Rem Pi Greco”, che vuole essere un titolo portafortuna per i miei sogni di fuga dal call center.
Quanto per te è importante l’amicizia?
L’amicizia e il rispetto reciproco sono la base per costruire dei rapporti affidabili che durino in armonia nel tempo. Se Spina ha ricevuto dei riconoscimenti è grazie anche al sostegno degli amici che si sono prodigati a sostenerlo nel momento del bisogno.
Spina nel cuore o nel fianco?
Spina sta nel fianco di coloro che non voglio sentirsi dire la verità delle cose, suscitando in loro una sensazione di “fastidio”. Spina sta nel cuore di coloro che con determinazione portano avanti i propri obiettivi senza arrendersi mai. Comunque nel bene o nel male l’importante è suscitare sempre una reazione!
Quanto è importante per Spina l’interazione con il pubblico?
Per un artista il rapporto diretto con il pubblico è di vitale importanza perchè le loro sensazioni in sala puoi viverle e toccarle con mano. Le esperienze teatrali trasmettono tanta adrenalina e Spina come personaggio sta assumendo, mantenendo la sua autenticità, sembianze più “attoriali” che lo distaccano dal cantautore comune.
A breve ti sarà consegnato a Roma, dopo i tanti premi vinti, un riconoscimento speciale per merito artistico nel campo della musica leggera. Quanto è importante per te questo premio?
E’ uno di quei riconoscimenti la cui soddisfazione non ha prezzo. Chi fa l’artista non ha l’esatta percezione di quanto interesse susciti negli altri, e il fatto che venga attribuito “valore” al proprio operato artistico ti fa capire quanta stima ruota attorno ai mie lavori.
La vittoria, grazie ai voti del web, del videoclip del brano Sogni d’Oro alla “Talent1Night” di Italia1 (programma TV presentato nel Giugno 2008 da Tommy Vee e Giacomo “Ciccio” Valenti) segna il tuo esordio assoluto a livello nazionale nella musica leggera. Da “Sogni d’Oro” ad oggi si nota una certa cura nei particolari. Non passa inosservata la coppola, un simbolo assai controverso associata cinematograficamente ai componenti della malavita organizzata dei siciliani in America. Attraverso questo look Spina che messaggio vuol dare?
Vorrei ribaltare questo di tipo di associazione ideologica facendo capire che dietro a una coppola ci sta cultura, creatività e intelligenza sempre associata a valori ricchi di onestà e lealtà nei riguardi del mondo che ci circonda, rilanciando i buoni virtù e meriti della nostra terra sicula.
Seguendo il tuo percorso artistico con molto interesse, ho notato anche una certa rivoluzione scenica. Come nasce la tua versione scenica da “Boxeur” in chiave ironica che risponde ai Talent Show in Italia?
Uno che non cadeva mai al tappeto nonostante le difficoltà era il famoso Rocky Balboa che è stato interpretato da Sylvester Stallone. Rispondo in chiave ironica ai “Talent Show” in Italia usando uno stile scenico che vuole essere un messaggio mirato a non arrendersi mai nonostante ci sia sempre colui che cerca di trascinarti al tappeto denigrandoti.
Qual’è stata la molla che ti ha fatto rialzare dal tappeto dopo quell’esperienza turbolenta a Italia’s Got Talent?
La mia determinazione e un gruppo di lavoro fantastico che sono stati i fattori della mia rinascita. Infatti, essi hanno rivoluzionato il mio modo di fare musica e di stare in scena.
Ti ringraziamo di cuore per l’intervista che ci hai concesso e ti chiedo: cosa ti aspetta per il futuro?
Ci sono tante iniziative in programma, come per esempio finire il mio secondo EP. Per il resto mantengo il più assoluto riserbo per gli eventi futuri e grazie per l’intervista.
Ubaldo Ferrini
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