Elezioni regionali Sicilia. Sono undici i candidati a governatore della Sicilia e tantissimi aspiranti ai 90 seggi (da 20 mila euro lordi al mese) di deputato dell’Assemblea regionale. Tanti vecchi personaggi, qualcuno anche indagato, e volti nuovi, tra cui i candidati del Movimento CinqueStelle e i Forconi, gli agricoltori che all’inizio dell’anno paralizzarono la Sicilia con la loro protesta “anti-casta”. Col deposito delle liste nei Tribunali, entra nel vivo la campagna elettorale, a un mese dalle elezioni, il prossimo 28 ottobre. Alcuni sondaggi finora danno un testa a testa tra Nello Musumeci (in leggero vantaggio), candidato presidente di Pdl, Pid e la Destra, e Rosario Crocetta, sostenuto da Udc, Pd, Api e Psi. Numeri ai quali non crede Gianfranco Miccichè, appoggiato da Grande Sud-Fli, ex Mpa e Mps, che sta incentrando la sua campagna sull’autonomia della Sicilia rispetto alle logiche di Roma e dei partiti nazionali. La novità è Giovanna Marano, presidente del comitato centrale della Fiom, che ha accettato la candidatura (Sel, Idv, Federazione della Sinistra e Verdi) dopo l’errore procedurale (ritardo nell’iscrizione alle liste elettorali col cambio di residenza da Roma a Isnello) che ha costretto Claudio Fava a ritirarsi: Marano farà campagna voto in giro per l’isola con il simbolo “Fava presidente”. Tutti gli undici candidati hanno regolarmente depositato i listini regionali: ognuno è composto da nove candidati, che saranno eletti di diritto grazie al premio di maggioranza che scatterà per il candidato governatore vincente. Diverse le curiosità. La Cgil si ritrova con due pezzi da novanta candidati: da un lato Giovanna Marano, leader storica della Fiom che corre appunto per la presidenza, dall’altro Mariella Maggio, attuale segretaria generale in Sicilia, candidata nel listino di Crocetta (ma anche nella lista Pd a Palermo). Nel listino di Crocetta c’è anche Lino Leanza, autonomista del Mpa della prima ora, che ha rotto con Raffaele Lombardo passando con l’Udc. Quattro i deputati uscenti inseriti da Musumeci nel suo listino, mentre Miccichè e Marano puntano sulle donne, cinque in totale.
Il deputato uscente Franco Mineo (Grande Sud) e il presidente dell’Anci Sicilia Giacomo Scala (Pd) alla fine sono stati candidati, sebbene travolti dalle polemiche perché entrambi hanno guai con la giustizia. Scala (estromesso dal listino di Crocetta), indagato per truffa, è candidato nelle liste del Pd a Trapani; Mineo, coinvolto in due indagini per intestazione fittizia di beni e per abuso d’ufficio, è in lista a Palermo con Grande Sud, che ha già nel cassetto le sue dimissioni in bianco che saranno formalizzate in caso di condanna, come hanno spiegato ieri i dirigenti del partito. In corsa per un posto a Palazzo dei Normanni ci sono anche partiti e movimenti che sostengono gli altri candidati minori alla presidenza: Giovanni Cancelleri del M5S, Lucia Pinsone del movimento Voi e Giacomo Di Leo, del partito comunista dei lavoratori che schiera operai, militanti antirazzisti, femministe, precari e un ex lavoratore della Fiat. In campo anche il giornalista Davide Giacalone col movimento ‘LeAli alla Sicilia’. Gaspare Sturzo col movimento Ilef, l’ex deputato Cateno De Luca, a giudizio per una presunta speculazione edilizia quando era sindaco a Fiumedinisi (Me), con la sua ‘Rivoluzione siciliana’,
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