Catania. Le proteste delle forze politiche non rappresentate in Parlamento hanno trovato ascolto al Quirinale: Giorgio Napolitano ha sollecitato il governo a muoversi per fare in modo che la raccolta delle firme per la presentazione delle liste alle politiche (alle quali saranno abbinate in un unico election day anche le regionali di Lombardia, Lazio e Molise) non diventi un adempimento impossibile da realizzare. Infatti, Il capo dello Stato scrive a Monti e chiede al premier di agevolare le forze politiche nella raccolta delle firme. Nel contenuto della missiva il Quirinale fa pressione affinchè siano accelerati tutti gli adempimenti amministrativi. Il tema riguarda da vicino tutti i partiti e i movimenti che non hanno gruppi parlamentari dall’inizio della legislatura: si dovrebbe procedere ad esempio da chi in Parlamento non ha parlamentari, come il Movimento Cinque Stelle, il Pdci, Rifondazione comunista e La Destra di Storace, a chi ha propri rappresentanti ma non un gruppo, come i radicali, inseriti nel Pd.
Proprio Grillo tiene alta l’attenzione sulla questione delle firme. Il leader a cinque stelle è arrivato a dichiarare che le elezioni “sotto la neve” sono state decise apposta per “tenere fuori dal Parlamento” i rappresentanti dell’Movimento. Aggiungendo di non fidarsi affatto della promessa del Ministro dell’Interno Cancellieri sul dimezzamento delle firme: la legge lo prevede solo se le Camere sono sciolte prima che la legislatura entri negli ultimi quattro mesi di vita, scadenza che questa volta arriva il 29 dicembre. “Quindi – spiega Grillo – la Cancellieri deve sapere da fonti bene informate che la legislatura finirà entro il 29 dicembre. E se finisse dopo? Ci faccio una cena. Le firme mancanti ce le mette lei? Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”. Proprio per questo motivo Grillo rilancia l’iniziativa del “Firma day”, una mobilitazione straordinaria per ottenere le 120mila firme necessarie in tempo utile. Intanto Di Pietro si offre di partecipare per aiutare i grillini a farcela; mentre i radicali propongono un firma day unitario: un solo banchetto per tutti, con i cittadini che sceglieranno chi sostenere.
Tra le opzioni in campo, si potrebbe evidenziare quella di un decreto “ad hoc” per ridurre ulteriormente il numero delle firme. A chiederlo è il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Vizzini, che ne ha parlato con il ministro Filippo Patroni Griffi e con il responsabile dell’ufficio legislativo del Viminale. Ma la Cancellieri non scopre le carte: “Ci stiamo lavorando, stiamo studiando”, si limita a dire a chi gli chiede come si muoverà dopo l’intervento di Napolitano. Secondo Storace il governo ha davanti due opzioni: o la riduzione drastica del numero delle firme necessarie, o l’esenzione per chi ha eletti in almeno un consiglio regionale col proprio simbolo. Una scappatoia, quest’ultima, che potrebbe salvare le presenze alle camere.
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