Catania. Elena Fava ha incontrato i giornalisti per parlare dei progetti per l’anno in corso della Fondazione che presiede intestata al padre . Gli obiettivi, consistono nella creazione, a Catania, di un centro per la legalità, e nell’organizzazione di un concorso nazionale per le scuole, con annessa una mostra fotografica itinerante, con lo scopo di far conoscere la figura del giornalista Giuseppe Fava anche come scrittore di teatro, saggi e romanzi, nel corso del quale sarà chiesto ai ragazzi come vedono la mafia nella loro città. Alla manifestazione prenderà parte, anche, il presidente di Libera don Luigi Ciotti. Nell’ambito del premio il 9 e 10 gennaio al cinema King saranno proiettati film e cortometraggi di Giuseppe Fava. “La sua opera – ha aggiunto la figlia – è attuale perché la violenza, la corruzione, le gare d’appalto truccate e tutto ciò che di infiltrazione mafiosa c’era trent’anni fa continua ad esserci ancora oggi. La mafia si è fatta più elegante e non ha più bisogno di certe espressioni di estrema violenza. Si è fatta molto più insidiosa – la figura di mio padre continua a essere estremamente scomoda e non me ne spiego la ragione”. E’ stata Elena Fava, figlia del giornalista e scrittore Giuseppe, ucciso dalla mafia a Catania il 5 gennaio del 1984, a presentare l’edizione 2012 del premio indetto dalla fondazione intestata al padre, che sarà consegnato dopodomani al giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni.
“Trent’anni fa – ha concluso la presidentessa della fondazione Elena Fava- mio padre era un giornalista solo che, con il suo gruppo di giovani, raccontava determinate cose che nessun, pur sapendo, aveva il coraggio di dire. la spina, non solamente sua, ma di altri dieci giornalisti uccisi dalla mafia ha dato l’input per guardarsi un attimo in giro. Questo è quello che la mafia teme di più, che la gente cominci pensare con la propria testa”.
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