Biancavilla. Procedono proficuamente le indagini della misteriosa morte di Valentina Salamone archiviata in un primo tempo come suicidio. Dopo l’insistenza della famiglia e dell’avvocato di parte gli inquirenti hanno riaperto le indagini e si resta in attesa della svolta, che porti in carcere l’assassino o gli assassini della diciannovenne biancavillese. Da un resoconto delle ricerche risulta agli atti un verbale di sequestro di un paio di scarpe di proprietà di una delle otto persone presenti la sera (24 luglio 2010) nella villetta alla periferia di Adrano dove è stato rinvenuto il corpo della ragazza impiccata. Il sequestro, eseguito dai carabinieri, che si stanno occupando della seconda fase delle indagini, viene fuori da una perquisizione avvenuta nell’abitazione di un “amico” di Valentina; si tratterebbe di un uomo che avrebbe partecipato al festino tenuto prima della tragedia. Infatti la taglia delle corrisponde al n. 44. Così come recita il verbale: “Il paio di scarpe – così come stabilito dal personale del RIS – potrebbe avere attinenza con il decesso di Valentina Salamone”. Proprio: “L’oggetto personale sequestrato si trova custodito nei locali del Reparto di Investigazioni Scientifiche di Messina e sottoposto alle analisi di laboratorio”. Questo particolare dovrebbe essere passo importante che segue a quello compiuto due mesi fa dal Gip Francesca Cercone che ha confermato la tesi dell’omicidio eliminando definitivamente quella “inconcepibile” del suicidio della ragazza.
Ora si attendono i risultati degli accertamenti tecnico-scientifici – compiuti dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania con l’ausilio degli uomini del Ris – e ad aspettare l’esito delle analisi riguardanti le celle telefoniche delle persone che hanno registrato nella villetta per l’ultima volta la presenza della diciannovenne. E’ in corso anche la consulenza per la valutazione di tutti gli elementi acquisiti dalla Procura Generale nella seconda fase delle indagini; consulenza affidata ai medici legali Giuseppe Ragazzi e Stefano Alberghina. Il sequestro delle scarpe risulta emblematico dopo che, in due distinti sopralluoghi (25 luglio e 11 settembre scorsi), compiuti nell’abitazione teatro della tragedia, sono state rinvenute tracce (dentro e fuori il casolare) comparate con il Dna dei presenti alla “festa” che si è trasformata in tragedia.
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