Palagonia. Alle prime luci dell’alba, stamane, i carabinieri della compagnia di Palagonia, in collaborazione con quelli di Augusta e del Nucleo Elicotteri di Catania, hanno eseguito a Palagonia, Castel di Iudica e Augusta nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Caltagirone su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di altrettante persone (una già agli arresti domiciliari per altra causa) ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa è stata avviata nel 2008 in prosecuzione dell’operazione denominata “Good year” (scattata il 21 giugno 2006 con 22 persone arrestate e che ha portato all’emissione di pesanti condanne, anche fino a 24 anni), grazie alla quale era già stata smantellata una fitta rete locale di spacciatori che avevano trasformato Palagonia in un vero e proprio “centro di eccellenza” per lo spaccio di stupefacenti. L’investigazione ha tratto spunto anche dall’arresto in flagranza di due soggetti trovati in possesso di oltre 50 grammi di eroina pura.
Arrestati: Massimo Agnello, cl. 1981, di Palagonia; Giovanni Cantaro, cl. 1956, di Augusta; Rosario Cocuzza, cl. 1977, di Palagonia; Riccardo Distefano, cl. 1978, di Castel di Iudica; Saverio Fagone, cl. 1974, di Palagonia; Antonio Risciglione, cl. 1974, di Castel di Iudica; Salvatore Santamaria, cl. 1970, di Castel di Iudica; Mario Vaccaro, cl. 1979, di Palagonia; Angelo Trentino, cl. 1967 di Palagonia. Chiarite le responsabilità degli indagati in merito ad un’attività di spaccio che coinvolgeva soprattutto Palagonia ma anche i Comuni di Castel di Iudica, Francofonte e Aidone, nonché diverse località del Ragusano. Nel corso delle indagini, grazie a numerosi servizi di osservazione, i carabinieri sono riusciti ad individuare nel Bar “Charmant”, sito al centro di Palagonia, il punto di incontro nove gli indagati pianificavano la loro attività illecita: i titolari dell’esercizio pubblico sono risultati completamente estranei ai fatti e all’interno del bar non sono state riscontrate cessioni di stupefacenti.
Le scelte dei luoghi di spaccio hanno contribuito a rendere più difficili le indagini in quanto per la cessione degli stupefacenti gli indagati prediligevano siti rialzati rispetto al livello stradale, come “l’antenna” o “la cava” o zone decisamente isolate come le contrade di campagna tra le località di Palagonia, Castel di Iudica, Mineo e Ramacca, in modo da non essere sorpresi dagli eventuali interventi delle forze dell’ordine e poter occultare i proventi dell’attività di spaccio e disfarsi dello stupefacente. Il volume di affari è stato ipotizzato in 10.000 euro a settimana per lo scambio di hashish, marijuana e cocaina, ma soprattutto eroina. Tutti gli arrestati, già gravati da numerosi precedenti penali specifici, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Caltagirone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.
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