Elezione presidente della Repubblica. Iniziate oggi alle ore 10 le votazioni per il nuovo presidente della Repubblica. Il Parlamento si è riunito in seduta comune a Montecitorio, costituito in seggio permanente, quindi tutti i giorni fino all’elezione del Presidente. Si svolgeranno quindi due votazioni al giorno, una fissata alle ore 10 e l’altra alle ore 15.30. La stima è che ogni scrutinio, comprese le operazioni di spoglio, si protragga intorno alle 4 – 5 ore. Sono previste due chiame in ordine alfabetico e di rango: prima i senatori partendo da quelli a vita, poi i deputati e infine saranno chiamati a esprimersi i delegati regionali. In Aula sono state allestite 4 cabine per le votazioni e lo spoglio sarà effettuato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini che sarà aiutata dai segretari di presidenza almeno sette, affinchè sia valido lo scrutinio: così ha stabilito la Giunta per il Regolamento.
Nella giornata di ieri fino a tarda sera si è discusso sui vari candidati. In conclusione pare sia stata raggiunta anche un’intesa di massima tra Pd, Pdl e Scelta Civica per Monti sul nome dell’ex presidente del Senato Franco Marini. Ma in serata il centrosinistra si è diviso nel corso di un’assemblea al teatro Capranica (222 a favore, 90 contrari e 21 astenuti). Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi aveva già bocciato Marini qualche giorno fa. E lo ha ribadito ancora, ieri sera, alle Invasioni Barbariche, definendo la sua eventuale elezione “un dispetto al Paese”. Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle in quota con 162 voti, ha scelto di votare l’ex Garante per la privacy Stefano Rodotà. Hanno infatti rinunciato alla candidatura i primi due possibili candidati delle “quirinarie”, Milena Gabanelli e Gino Strada. Stessa scelta per Sel che attraverso Gennaro Migliore ha annunciato: che ha deciso all’unanimità di votare Stefano Rodotà.
Per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, nelle prime tre votazioni saranno necessari 672 voti: la maggioranza dei 2/3 dei 1007 grandi elettori sarebbe infatti 671,3, cifra che viene arrotondata a 672. Dalla quarta votazione in poi è sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero 504 voti. Saranno considerate schede nulle, quelle con più di un nome, con espressioni sconvenienti, con indicazioni di voto illegibili, con evidenti segni di riconoscimento, con voti per candidati palesemente ineleggibili. Saranno considerati dispersi i voti che hanno registrato meno di due preferenze. Laura Boldrini presidente della Camera, gestirà lo spoglio, leggerà tutte le schede valide. I voti che non sarà possibile attribuire saranno considerati nulli o dispersi. Ad esprimere il loro voto saranno 630 deputati, i 319 senatori (compresi i 4 a vita) e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, tranne la Val d’Aosta che ha un solo delegato):
Il centrosinistra potenzialmente può contare su 496 voti: di cui 345 deputati (293 del Partito Democratico, 37 di Sinistra ecologia e libertà, 15 del Gruppo Misto: 5 Svp-Patt, 4 Psi, 5 Centro democratico e 1 ex Cd-Misto) e 123 senatori (109 Pd, 7 Sel, 1 Lista Megafono e 6 Svp). 28 delegati regionali su 58 sono di area centrosinistra.
Il centrodestra conta 270 voti: 126 deputati (97 del Pdl, 19 della Lega e 9 di Fratelli d’Italia) e 117 senatori (91 Pdl, 16 Lega Nord e 10 di Gal). Il centrodestra ha 28 delegati regionali. Scelta civica può contare su 70 grandi elettori: 47 deputati e 21 senatori (compreso Mario Monti), e due delegati regionali dell’Udc.
Il MoVimento 5 Stelle non ha delegati regionali e conta su 162 voti: 109 deputati e 53 senatori.
Indipendenti dai vari gruppi sono 8 grandi elettori, di cui tre senatori a vita, Giulio Andreotti, Carlo Azeglio Ciampi ed Emilio Colombo, poi la senatrice dimissionaria M5S Giovanna Mangili, un senatore eletto in Valle d’Aosta e tre deputati del Movimento Associativo Italiani.
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