PALERMO: MAFIA, ARRESTATO CONSIGLIERE COMUNALE FARAONE

PALERMO: MAFIA, ARRESTATO CONSIGLIERE COMUNALE FARAONE –

Palermo. Scattata l’operazione antimafia “Apocalisse 2” contro clan palermitani. Il blitz è stato condotto nella notte dal nucleo investigativo dei Carabinieri, dalla squadra mobile della Questura di Palermo e dal nucleo speciale di Polizia valutaria. Nel corso dell’azione sono state arrestate 27 persone con varie accuse: associazione mafiosa, estorsioni e rapine. Nel rastrellamento è stato fermato, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, anche il consigliere comunale di Palermo Giuseppe Faraone, 69 anni, ex esponente del centrodestra, ora passato alla lista del governatore Crocetta Il Megafono. Il politico è accusato di concorso in tentata estorsione: avrebbe domandato soldi a un imprenditore per conto del boss di San Lorenzo Francesco D’Alessandro. L’ordine di custodia cautelare nei suoi confronti è stata firmata dal gip Luigi Petrucci, su richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dei sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia.

Giuseppe Faraone, prima di approdare al Megafono è stato esponente dell’Udc e si è candidato con la lista Amo Palermo al Consiglio comunale. Ex deputato regionale e poi assessore provinciale, nel 2012 è stato il primo dei non eletti al parlamento siciliano con 2.085 voti. In una nota di palazzo delle Aquile si apprende che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha disposto, d’intesa con il segretario generale, l’adozione di ogni provvedimento a carico del consigliere comunale Faraone. Il primo cittadino ha anche disposto che l’avvocatura comunale provveda alla costituzione di parte civile nel procedimento che è appena iniziato. Secondo gli investigatori, numerose vittime dei taglieggi, oltrepassando ‘il muro dell’omertà’, hanno ammesso di essere state costrette a pagare ‘il pizzo’. Era finita nel mirino degli estortori anche l’impresa che lavorava per conto della Curia nella costruzione di un grande immobile tra via Maqueda e la discesa dei Giovenchi, a Palermo. Un grosso appalto che avrebbe fruttato alle casse dei boss 30 mila euro: 15 mila a Palermo e 15 mila a Bagheria come hanno raccontato i collaboratori di giustizia. Insieme a due imprenditori della provincia sono state ricostruite nell’inchiesta altre 13 estorsioni ad altri imprenditori che hanno collaborato con le forze dell’ordine fornendo utili indizi per ricostruire i fatti.