PALERMO: CHIESA GREMITA PER I FUNERALI DI TANIA

PALERMO: CHIESA GREMITA PER I FUNERALI DI TANIA –

Palermo. Erano in tanti a dare l’estremo saluto a Tania Valguarnera, la trentenne telefonista travolta e uccisa da un pirata della strada. I funerali si sono svolti nella chiesa di San Giovanni Maria Vianney Curato d’Ars nel quartiere Falsomiele del capoluogo siciliano. La Santa messa è stata celebrata, oggi, alle 11.30. All’interno del feretro il corpo di Tania che indossava l’abito bianco scelto con un’amica per il suo imminente matrimonio. Infatti, le nozze si sarebbero dovute tenere nel prossimo mese di settembre. Intanto, il giudice del Tribunale, Daniela Vascellaro, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, ieri, ha convalidato l’arresto per Pietro Sclafani, il 50enne palermitano, fuggito e poi rintracciato dalla polizia subito dopo l’incidente mortale. Il magistrato, accogliendo la richiesta del pm Renza Cescon, ha firmato la misura cautelare in carcere per Sclafani, che è accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso.
L’uomo, nel corso della convalida dell’arresto, si è detto addolorato e ha negato di avere fatto uso di droga, circostanza emersa dall’esame tossicologico. Secondo il legale di Sclafani, Ninni Reina, è tutto da chiarire perché, ha spiegato, “le analisi delle urine e quelle del sangue sono in contrasto tra loro. Le prime sono negative, le seconde positive”. Secondo il magistrato, che ha in dettaglio ricostruito la dinamica dell’incidente costato la vita alla Valguarnera, sussistono sia i gravi indizi di colpevolezza, a carico del pirata della strada, sia il pericolo di fuga, considerato che una volta investita la donna si è dileguato. Forte anche il rischio di reiterazione del reato: più volte Sclafani era stato multato per eccesso di velocità e proprio ieri sarebbe dovuto andare dai carabinieri per consegnare la patente che gli era stata sospesa dopo l’ennesima contravvenzione. Dopo una camera di consiglio durata quasi quattro ore, il magistrato, nell’ordinanza di 5 pagine letta in aula sottolinea la: “particolare gravità del reato e la rilevante colpa” di Sclafani aggravata dall’uso di sostanze stupefacenti. Il test, sul possibile uso di stupefacenti, a cui è stato sottoposto ha accertato la presenza, nel sangue dell’automobilista di oppiacei, cannabis, anfetamine ed ecstasy.