OMICIDIO INFERMIERA SIRACUSA: PM RICOSTRUISCONO MORTE DONNA

OMICIDIO INFERMIERA SIRACUSA: PM RICOSTRUISCONO MORTE DONNA –

Omicidio infermiera Siracusa. Christian ed Eligia, secondo la Procura, erano una famiglia apparentemente normale, in attesa di un figlio, con lui che assisteva ogni mese alla visita di lei dal ginecologo. Però, ha spiegato il procuratore Giordano, la coppia viveva il tormento delle difficoltà economiche dovute alla disoccupazione di lui. I pm di Siracusa ricostruiscono l’omicidio dell’infermiera otto mesi fa nell’appartamento di via Calatabiano, a Siracusa, dove è morta la giovane infermiera Eligia Ardita, secondo quanto detto dal marito, che ieri ha confessato l’omicidio, avrebbe ricostruito ai magistrati: Il 19 gennaio scorso Eligia Ardita, infermiera di 35 anni all’ottavo mese di gravidanza, invita a cena i genitori. Intorno alle 21.30 gli ospiti vanno via e il marito di Eligia, Christian Leonardi, quarantenne disoccupato, manifesta l’intenzione di uscire e raggiungere gli amici. La donna insiste affinché resti a casa. Ne nasce un alterco che degenera: l’uomo la colpisce al capo, le tappa la bocca; la donna vomita, perde i sensi e va in arresto cardiaco. Lui la trascina sul pavimento e poi la adagia sul letto. Ripulisce tutto e solo dopo un’ora chiama il 118. I sanitari corrono verso l’ospedale per tentare almeno di salvare la bambina con un cesareo. Ma non c’è niente da fare. I vicini di casa che sentono le urla non chiamano la polizia, forse perché abituati a situazioni come quella. Tutta questa storia è rimasta celata fino a ieri, quando il procuratore aggiunto Fabio Scavone, che ha acquisito la titolarità dell’inchiesta solo a fine agosto, ha raccolto la confessione di Leonardi che ha cofessato dopo otto mesi di menzogne. L’uomo, insieme ai suoceri, si era anche recato dai carabinieri per denunciare ritardi nei soccorsi, tanto che quattro sanitari furono indagati. Ma il quadro iniziale comincia man mano a cambiare, anche a causa delle contraddizioni nel racconto di Leonardi. Secondo il pm Scavone: “A lungo Leonardi ha interpretato la parte dell’uomo disperato che aveva perso moglie e figlia e chiedeva giustizia. Se nulla trapelava era anche per l’abilità del fermato”. Mentre il procuratore capo Francesco Paolo Giordano ha detto: “Crediamo che l’elemento determinante sia stato il sopralluogo del Ris di Messina nell’appartamento, con l’acquisizione di tracce che lasciavano ipotizzare una colluttazione, smentendo la tesi dell’incidente”.