TEATRO VERGA, FOLGORANTE IL VIAGGIO DI RE LEAR

La prima di venerdì 1 aprile è stato un folgorante viaggio iniziato con un atmosfera rarefatta di un gocciolante riverbero velato, dalla vestizione di un re Lear stanco (il magistrale attore Mariano Rigillo) e in tarda età che prende la decisione, di abdicare al trono e di dividere il regno tra le sue tre figlie ponendo loro un test: la figlia che dimostrerà di amarlo di più, otterrà la migliore porzione del Regno.

TEATRO VERGA, FOLGORANTE IL VIAGGIO DI RE LEAR –

In scena da venerdì 1 aprile al 17 allo Stabile sala Verga di Catania Re Lear- La storia. La prima di venerdì 1 aprile è stato un folgorante viaggio iniziato con un atmosfera rarefatta di un gocciolante riverbero velato, dalla vestizione di un re Lear stanco (il magistrale attore Mariano Rigillo) e in tarda età che prende la decisione, di abdicare al trono e di dividere il regno tra le sue tre figlie ponendo loro un test: la figlia che dimostrerà di amarlo di più, otterrà la migliore porzione del Regno. Re Lear divide il suo mantello dove i possedimenti diventano mappe e regala a Regan e Goneril  le prime terre.
Le figlie sono pronte a proclamare con parole piene di trasporto il loro amore al padre. Lear è compiaciuto ed assegna a ciascuna di esse una parte del regno. Ne conserva un’ultima, la migliore, per la figlia più giovane e favorita, Cordelia che, purtroppo, è poco incline alle falsità e alle menzogne e non intende per nulla al mondo comportarsi come le sorelle. Dichiara perciò semplicemente di amare Lear tanto quanto una figlia può amare un padre. Lear furioso tenta di persuadere Cordelia di riconsiderare la sua risposta, ma senza successo; avventatamente, in preda al furore Lear decide di non concedere a Cordelia alcuna terra e di bandirla dal regno, che destina invece alle altre due figlie. La scelta ambiziosa e apparentemente anticonformista del regista Dipasquale di rendere le figlie che lo tradiranno con attori piuttosto che attrici (Goneril Roberto Pappalardo e Regana Luigi Tabita) ha antiche origini che riguardano la proibizione periodica nel periodo di Shakespeare, beninteso i periodi puritani, che i ruoli femminili venissero interpretati da uomini. Segretamente, Goneril e Regan, invece, già cospirano per impedire a Lear l’impiego del titolo e l’esercizio del potere. È chiaro a questo punto del dramma che Lear pensa di essere trattato come un re anche se non ha più la forza per riavere indietro il titolo. È ciò che gli viene fatto presente dal buffone di corte, il Matto in una brutale ma veritiera ricognizione della sua reale situazione. Il Matto ancora una volta, Dipasquale ci sorprende, in realtà di palcoscenico, è una matta l’attrice Anna Teresa Rossini che chiama amabilmente il re “zietto” e porta re Lear a constatare l’estrema verità di essere un solo vecchio scalcagnato senza nessuna possibilità di tornare indietro sulla sua nefasta decisione. Sarà la minore delle figlie Cordelia(l’attrice Silvia Siravo) senza regno e senza potere a cercare di salvare il padre dalla avidità e crudeltà delle sorelle. Una produzione del teatro stabile di Catania e di Napoli, traduzione Masolino D’Amico, adattamento Giuseppe Dipasquale, regia e scene Giuseppe Dipasquale, opere in scena e costumi Angela Gallaro, musiche Germano Mazzocchetti, movimenti scenici Donatella Capraro, luci Franco Buzzanca, con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Sebastiano Tringali, David Coco, Filippo Brazzaventre, Silvia Siravo, Giorgio Musumeci, Luigi Tabita, Cesare Biondolillo, Enzo Gambino, Roberto Pappalardo.