ANCORA NAUFRAGI E CENTINAIA DI MORTI

I migranti Sbarcati a Pozzallo, riferiscono di un altro naufragio. Raccontano che due pescherecci partiti dalla Libia con a bordo tanti bambini sono affondati mietendo più di quattrocento vittime. Grande lavoro del personale che opera in mare che salvano più di 13milapersone soccorsi in pochi giorni.

ANCORA NAUFRAGI E CENTINAIA DI MORTI –

Ancora naufragi e centinaia di morti. Giovedì scorso nel Canale di Sicilia un altro naufragio, con centinaia di dispersi. Secondo le testimonianze raccolte da Save the Children, Forse sono quattrocento i morti nel naufragio. I superstiti, sbarcati ieri sera a Pozzallo dalla nave “Argo 29” che li ha soccorsi hanno raccontato agli operatori la tragedia. Uomini, donne e bambini sarebbero partiti con due pescherecci e un gommone Mercoledì notte da Sabrata, in Libia. Un primo peschereccio, conteneva 500 persone, trainava un secondo peschereccio – senza motore – con a bordo diverse centinaia di migranti. Posizionati sui due pescherecci soprattutto eritrei e subsahariani. Stava accanto ai due pescherecci un gommone con un altro centinaio di persone, che non sarebbe rimasto coinvolto nel naufragio.
Ad un certo punto della traversata la tragedia: il peschereccio che era trainato ha cominciato a imbarcare acqua e dopo un po’ è affondato. Alcuni migranti si sono buttati in acqua per raggiungere la prima imbarcazione; ma solo poche persone sono riuscite ad aggrapparsi alla fune che legava il secondo peschereccio al primo e a mettersi in salvo. A quanto pare a bordo c’erano tante donne e diversi bambini.
I migranti sono stati poi soccorsi dalla nave mercantile “Asso 29”, che oggi ha portato a Pozzallo i superstiti, circa 700. Tra questi, anche una bambina sola di 4 anni che ha perso la mamma in un incidente stradale mentre erano ancora in Libia. Sulla nave sono stati rintracciati i suoi zii ai quali la piccola è stata affidata.
Una volta arrivati a Pozzallo lo scafista sudanese che era a capo dell’imbarcazione è stato fermato anche con l’accusa di aver provocato la morte di una donna come conseguenza di altro delitto: sarebbe stato lui ad ordinare di tagliare la fune che trainava il secondo peschereccio e che, con un “effetto fionda”, ha colpito e ucciso la vittima.
Dalle prime statistiche sono stati salvati più di 13 mila disperati. Purtroppo, la settimana che si sta per chiudere conferma, quanto ormai da mesi vanno ripetendo gli esperti: sarà un’estate difficile e senza un intervento concreto dell’Europa sull’Africa non si riuscirà ad arginare il flusso immenso di migranti che dalla Libia – e nelle ultime settimane anche dall’Egitto – tentano di raggiungere le coste italiane. E così si continueranno a contare i morti nel canale di Sicilia.