CAPACI BIS, AI BOSS QUATTRO ERGASTOLI

La Corte d'assise di Caltanissetta condanna al carcere a vita i mafiosi Salvo Madonia ritenuto il mandante, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, ritenuti gli esecutori materiali. Vittorio Tutino invece è stato assolto.

CAPACI BIS, AI BOSS QUATTRO ERGASTOLI –

Capaci bis, ai boss quattro ergastoli. La Corte d’assise di Caltanissetta dopo quasi undici ore di camera di Consiglio si pronuncia sulla lunga storia giudiziaria della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio del 1992: i giudici hanno condannato all’ergastolo quattro dei cinque imputati nel processo bis. Quindi, il carcere a vita per i mafiosi Salvo Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, così come era stato chiesto dai pm della Procura nissena. Assoluzione per Vittorio Tutino, anche per lui era stato chiesto l’ergastolo.
La Corte d’Assise nissena indica il boss palermitano di Cosa nostra Salvo Madonia come uno dei mandanti della strage in cui vennero uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e gli agenti della polizia di Stato Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Sarebbero stati riconosciuti altri esecutori materiali della strage: Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo e Lorenzo Tinnirello. Intanto, per gli imputati condannati è stato disposto l’isolamento diurno per diciotto mesi. La motivazione della sentenza verrà depositata entro novanta giorni. Ai familiari delle vittime, agli enti e alle associazioni antimafia costituiti parte civile è stato concesso il risarcimento danni.
Ad assistere alla lettura delle sentenza, era presente anche il nuovo procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone, che ha detto: “Una sentenza che riconosce le ragioni dell’accusa anche se per una posizione è arrivata l’assoluzione. Complessivamente siamo soddisfatti per il lavoro svolto e aspettiamo di leggere le motivazioni. Le dichiarazioni di Spatuzza e Tranchina sono quindi state giudicate attendibili e confermo che la Procura nissena non risparmierà energie e forze per cercare ulteriori verità su questi fatti”
Al termine della requisitoria il procuratore aggiunto di Caltanissetta Lia Sava aveva annunciato che ci sarà un nuovo processo che vedrà come imputato il boss latitante Matteo Messina Denaro, considerato anche lui uno dei mandanti della strage di Capaci e anche dell’eccidio di via D’Amelio del 19 luglio ’92 in cui furono uccisi Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.
Nella nuova indagine non sarebbe emerso nulla su eventuali mandanti o concorrenti esterni, ma gli inquirenti nisseni hanno più volte dichiarato che continueranno a seguire tutte le piste per approfondire ogni aspetto legato alle stragi del ’92.
L’avvocato Francesco Crescimanno, legale della famiglia Falcone ha detto: “È una sentenza che soddisfa le parti civili, c’è stata un’assoluzione ma per una posizione minore”.

Il 23 maggio del 1992  fu aperta la nuova inchiesta sulla strage, il fatto avvenne dopo il pentimento dell’ex killer della cosca mafiosa di Brancaccio Gaspare Spatuzza, che rivelò nuovi dettagli ai pm di Caltanissetta. Il collaboratore, in particolare fece emergere il ruolo della stessa cosca di Brancaccio nella preparazione dell’eccidio.