MUSCARÀ SI DIMETTE DA PUBBLISERVIZI

L'amministratore unico della partecipata ‘Pubbliservizi’ era stato scelto dal sindaco Bianco: Muscarà appena saputo di essere indagato per lo scandalo Aligrup si è dimesso.

MUSCARÀ SI DIMETTE DA PUBBLISERVIZI –

Ancora problemi per la Pubbliservizi Spa, la società partecipata dell’ex provincia di Catania ancora una volta investita da uno scandalo, dopo le dimissioni dell’ex presidente Adolfo Messina e la mancata approvazione del bilancio del 2015.
Nella bufera Salvatore Muscarà, il nuovo amministratore unico della Pubbliservizi che il sindaco Enzo Bianco aveva nominato ed era in carica dallo scorso 28 dicembre. Muscarà, era uno dei tre ex amministratori giudiziari dell’Aligrup indagati per bancarotta dalla Procura. Il professionista si è dimesso.
Il sindaco Bianco con una nota ha commentato: “Apprezziamo la sensibilità mostrata dal professore Muscarà per avere rassegnato le dimissioni pur non essendo obbligato”. Sempre nella nota il primo cittadino rassicura i dipendenti di Pubbliservizi: “ribadendo quanto già affermato nelle scorse settimane: salvaguardare i posti di lavoro, garantire il puntuale pagamento degli stipendi e il servizio pubblico, rilanciare l’attività dell’azienda. Nei prossimi giorni si procederà alla nomina del nuovo amministratore unico”.
Muscarà era stato incaricato dall’amministrazione Bianco per la trasformazione dell’assetto societario della società. Il professionista catanese è ordinario di diritto tributario oltre che di diritto processuale tributario presso la facoltà di Economia dell’università di Catania. Muscarà, da fine dicembre 2016, assieme ai colleghi Carmelo Lazzara e Angelo Giordano, è indagato per bancarotta fraudolenta nell’inchiesta della guardia di finanza di Catania per il suo ruolo di amministratore giudiziario di Aligrup.
Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro afferma che: “non c’è reato di curruzione”. Gli illeciti sarebbero avvenuti dal 2005 al 2013 quando la Aligrup, pur formalmente gestita dagli amministratori giudiziari nominati dal tribunale, operava nell’interesse della famiglia Scuto, avvantaggiando società appartenenti al medesimo gruppo imprenditoriale o comunque allo stesso riconducibili, fino al dissesto manifestatosi con la domanda di concordato preventivo. Comunque la vicenda pare abbia creato un certo imbarazzo al sindaco di Catania.