TAMAS PAL AL BELLINI DIRIGE MOZART E BRAHAMS

Dopo Mozart, il Maestro Pal ha fatto emergere con forza i caratteri distintivi del romanticismo in musica con il “suo” Brahms, coinvolgendo in un vortice di passione il pubblico, rinnovando la fama di cui gode il grande direttore ungherese.

TAMAS PAL AL BELLINI DIRIGE MOZART E BRAHAMS  –

La sinfonia concertante K297b, per strumenti a fiato e orchestra, è stata eseguita al Teatro Massimo Bellini, sotto la direzione cristallina di un grande del podio: l’ungherese Tamas Pal. Quattro  virtuosi strumentisti, professori del Teatro, sono stati gli applauditi solisti. Ecco i loro nomi: Stefania Giusti, oboe; Giuseppe Casano, clarinetto; Giovanni Pellerito, corno; Angelo Valastro, fagotto.
L’orchestra ha poi affrontato di Johannes Brahms, la sinfonia n. 3, molto nota per esser stata colonna sonora di film e melodia a cui più volte ha attinto la musica pop.

Tamas Pal, in una breve intervista, ha rivelato implicitamente di prediligere la Terza sinfonia brahmsiana (struggente nel “poco allegretto” che apre voragini, tumulti e sussulti) alla sinfonia concertante – composta di gran fretta come lavoro d’occasione con riaffioranti moduli musicali rococò – che fa emergere quella superficialità parigina che pure Mozart criticava irritato.
Il direttore ha inoltre definito la pagina concertistica di Brahms “misteriosa” per ideazione.  Misteriosa è anche la biografia di Mozart. Nonostante le tante ricostruzioni della sua vita, basate sulle lettere indirizzate dal musicista al padre, rimangono molti lati oscuri dei suoi perenni viaggi, delle sue migrazioni volontarie, che gli allargarono la mente e gli strinsero il cuore, come il terzo soggiorno a Parigi, dove perse la madre, a suo fianco in quel viaggio. A Parigi Wolfgang Amadeus Mozart restò sei mesi nel 1778, cercando nuovi spazi per far apprezzare le sue doti. Il risultato più importante di quel soggiorno fu la sinfonia concertante K297b, rappresentata nel teatro cittadino.
Dopo Mozart, il Maestro Pal ha fatto emergere con forza i caratteri distintivi del romanticismo in musica con il “suo” Brahms, coinvolgendo in un vortice di passione il pubblico, rinnovando così la fama di cui gode il grande direttore ungherese.