Il “Requiem” di Gabriel Fauré e “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij hanno chiuso la stagione sinfonica e cameristica del Teatro Massimo Bellini.
FAURE’ E STRAVINSKIJ CHIUDONO LA STAGIONE CONCERTISTICA DEL BELLINI –
Due composizioni assai differenti – il “Requiem” di Gabriel Fauré e “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij – hanno chiuso la stagione sinfonica cameristica del Teatro Massimo Bellini. Sala con un buon numero di giovani, favoriti dal basso 
prezzo dei biglietti. Per loro anche una sorpresa: vedere tutto solo, in un palco di terz’ordine, Piero Pelù, che ha tributato caldi applausi a Gianna Fratta, sul podio catanese per la terza volta in poco più di un anno (“Il Trovatore” e “Carmina Burana”rispettivamente nel marzo e luglio 2016).
Il direttore Fratta – che in passato ha diretto “La Sagra” in Pesi dell’estremo oriente – a Catania ha fatto il suo “debutto” italiano, misurandosi con un impaginato impegnativo, anche dal punto di vista dell’organico orchestrale: per eseguire il brano di Stravinskij, infatti, la direzione del teatro ha dovuto assoldare altri professori da aggiungere agli stabili: alla fine sul palco vi erano oltre centro orchestrali, che hanno dispiegato la potenza di suoni impressionante.
Anche il coro, diretto da Ross Craigmile, con il “Requiem” di Fauré è dato fondo alle sue possibilità espressive, dimostrando, ancora una volta, che la Sicilia, con il Teatro Massimo di Catania, può contare su un coeso gruppo orchestrale e corale di 
grandissimo pregio, e tra i più importanti del meridione assieme al Massimo di Palermo e il San Carlo di Napoli.
Foto e video di Davide Sgroi
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